Nati nel 2011 dalla
passione per la musica di Mattia e Lorenzo Dal Pan (entrambi synth e voce), gli
Heathens già l’anno successivo pubblicarono l’esordio autoprodotto In silenzio con la collaborazione di
Federico Dallo (chitarra e voce) e Matteo Valt (synth), ora in pianta stabile
nella formazione. Il sound con il passare del tempo si è rafforzato, sino ad
arrivare al nuovo Alpha, un buon
disco, oscuro e che tenta di sintetizzare due emozioni apparentemente ben
distinte come rabbia e malinconia. Il lavoro racchiude atmosfere care a Massive
Attack e Knife, ma anche elementi EBM che rimandano a VNV Nation, Icon of Coil
e Suicide Commando e vede la partecipazione di Nicola Manzan (Bologna
Violenta), Anna Carazzai (Lume, Love in Elevator) e George Koulernos
(Technogod, Y:dk). Il trip di matrice darkwave è costante lungo tutto l’album e
già con Empty house ci sono le
stigmate di quello che sarà l’intero percorso, con un eccitante sovraccarico di
synth che defluiscono nella cupa e tenebrosa It doesn’t matter, un flusso scintillante di vibranti sensazioni
tra il post e l’elettronica più agguerrita. Tutto rimane molto tetro e la
successiva Parallel Universes è
pronta a confermarcelo, pur con ritmiche maggiormente quadrate e un mood fosco
che può ricordare i Joy Division dell’indimenticato Ian Curtis. Meno
coinvolgente risulta la seguente Bertrand
Russel, soprattutto nella parte finale eccessivamente ripetitiva, ma è solo
un attimo di tregua, perché i sintetizzatori ci trascinano prima nella
piacevole Our happiness e poi nella
vellutata The dust (dove appare anche
la voce della Carazzai), mentre nella dinamica Apocryphal Masters fa la sua comparsa il bravo Sergio Pomante al
sax. Arriva immediata e buia la successiva In
limbo, così come elettronicamente potente è From my sofa, che anticipa To
the end of the night, brano dalle ritmiche simil dance e tra i meno
interessanti dell’album. Dawn e Flying over the ocean non aggiungono
nulla di più ad un ritorno audace e avvolto da un alone di malinconia e
tenebra, con parti elettrodark davvero ben sviluppate. Forse manca ancora
qualcosa per il definitivo salto ma la totale maturazione del quartetto è
dietro l’angolo. (Luigi Cattaneo)
Parallel Universes (Video)
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