A
space odissey – Part II – H.A.L. è il secondo capitolo
della trilogia dedicata al celebre film di Stanley Kubrick, ennesimo concept
filmico ispirato e ottimamente composto dai RanestRane. I romani si confermano
una band atipica e unica all’interno della scena prog, un gruppo che avanza per
visioni, suggerisce immagini e crea suspence pur trattandosi di pellicole
estremamente conosciute. Questo nuovo lavoro (il quarto) sintetizza ancora una
volta le diverse fonti da cui attingono i capitolini, artefici di un suono che
incontra il progressive sinfonico dei ’70, le colonne sonore e il new prog
ottantiano ma sempre modulato con un piglio autonomo e solo in parte
passatista, mantenendo ben saldi i canoni che li accompagnano dal primo e
illuminato Nosferatu, taglio da opera
rock e cura per la forma canzone e per arrangiamenti sofisticati. Daniele Pomo
(voce e batteria), Maurizio Meo (basso), Riccardo Romano (tastiere e arpa) e
Massimo Pomo (chitarra) firmano una seconda parte elegante, sontuosa nei tanti
frangenti strumentali e molto coinvolgente in quelli cantati (Freddo al cuore e Buio intorno assolutamente imperdibili). Il proseguo della
narrazione non delude le attese e segue la scia del già acclamato predecessore
(A space odissey – Part I – Monolith),
divincolandosi efficacemente tra momenti complessi e altri più immediati, con
il racconto, drammatico e ipnotico che ben predispone verso certe soluzioni
sonore. Di grande valore anche in questo caso l’intervento alla chitarra di
Steve Rothery dei Marillion, presente in due pezzi (lo straripante crescendo di
Spacewalk e la buonissima La perfezione che si cerca) e sempre
molto emozionale con il suo fine tocco. H.A.L.
è quindi l’ennesima grande prova di un ensemble che fa della coralità e del
lavoro minuzioso sui particolari un vero punto di forza. (Luigi Cattaneo)
Buio intorno (Video)
Nessun commento:
Posta un commento