Attivi dal lontano 1991,
tornano i Sailor Free di David Petrosino (voce, tastiere e chitarra), una band
che ha fatto dell’eclettismo un vero marchio di fabbrica. La personalità a
questa band non è mai mancata ma il nuovo Spiritual
Revolution part 2 in tal senso è una vera e propria esplosione, con il
progressive che incontra la psichedelia, l’oscurità di Nick Cave e l’eleganza
algida di David Bowie e va a completare il concept iniziato nel 2012 (e che già
abbiamo raccontato da queste pagine). Questo come back vede la partecipazione
di nuovi musicisti e componenti storici (oltre a Petrosino troviamo Raimondo
Mosci e Stefano Toni alla batteria, Alphonso Nini al basso, Stefano Barelli e
Lorenzo Canevacci alla chitarra, Cecilia Amici alla voce e Stefano Ribeca al
sax) e la strada intrapresa conferma come i Sailor Free non abbiano nessuna
voglia di arenarsi all’interno di un’unica corrente, quanto più di prendere
spunto da una certa matrice prog per poi espanderla verso altri confini.
Quattro anni che sono serviti per compiere un ulteriore balzo in avanti, per
maturare consapevolezza e cercare la propria via, fatta di soluzioni anche
lontane tra loro. Dopo l’overture iniziale arriva l’ottima The maze of Babylon, un progressive moderno con Ribeca grande
protagonista ma ben presto arriva la sorprendente The fugitive, un bellissimo pezzo tra psichedelia e dark rock. Amazing si muove sulla stessa falsariga,
risultando affascinante ed eterea, così come davvero particolare è We are legion, ennesimo esempio di
quante idee abbiano questi ragazzi. I Sailor Free hanno basi solide e che
partono da un lontano passato ma non hanno paura di affrontare la modernità e
ciò emerge da un altro grande brano, Special
laws. Spiragli hard in About time (il
pezzo che forse mi ha meno esaltato), prima del finale di Revolutionary soul, un dark wave imponente ed epico che chiude alla
meglio l’avvincente storia narrata dai Sailor Free. (Luigi Cattaneo)
The fugitive (Video)
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