giovedì 28 luglio 2016

LE FOLLI ARIE, Le Folli Arie (2014)


Chi segue progressivamente da qualche anno sa che la varietà è una delle prerogative del sito. Non solo prog quindi ma anche tutto ciò che ci gira intorno o lo lambisce appena un po’. E a volte neanche quello, guidati come siamo dalla semplice e ancora pura curiosità di raccontare. Nel caso dei Le Folli Arie ci troviamo dinnanzi ad una band molto cantautorale (Simone Corazzari è quasi unico autore di musica e testi), con qualche struttura che rimanda all’indie italiano e una cura per gli arrangiamenti avvertibile per tutto l’album. Di progressive poco, qualche accenno qua e là (On da bridge con il solo alla chitarra di Luca Pasqua che si interseca con le percussioni di Edwin Della Torre e Alien’s trip dove c’è invece il sax di Maurizio Signorino, la batteria di Silvio Centamore e il didgeridoo di Lorenzo Pierobon) ma la cosa più rilevante di questo progetto (oltre a Corazzari alla voce e alla chitarra troviamo Massimiliano Masciari al basso, Marco Antonio Cerioli alle tastiere e Francesco Meles alla batteria) è la forza della scrittura, con brani che si muovono dentro la forma canzone battistiana e risultano sempre appetibili ed estremamente gradevoli. Esempio ne sono brani come Il giardino della mia follia o Quello che ho, episodi di rock cantautorale dove il prog della Premiata Forneria Marconi è solo una delle tante fonti d’ispirazione. Una band che fa dell’easy listening un vanto, senza cadere nel banale di certe situazioni pop, quanto più cercando di amalgamare le svariate influenze all’interno di un crossover elegante e soprattutto intelligente. (Luigi Cattaneo)

Il giardino della mia follia (Video)



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