Nati come la classica
tribute band di Genesis, Pink Floyd e Supertramp, con Nebulosa i Nathan si propongono con un debut di brani inediti che
mostrano come il progetto stia crescendo e possa evolvere ulteriormente.
L’album è un ottimo punto di partenza, composto di grandi momenti sinfonici e
una scrittura raffinata e orientata a ricalcare schemi vintage che non possono
lasciare indifferenti gli appassionati. Piergiorgio Abba (tastiere), Bruno
Lugaro (voce e basso), Fabio Sanfilippo (batteria) e Daniele Ferro (chitarre)
sono ben coadiuvati da Marco Milano (pianoforte e tastiere), Monica Giovannini
(cori), Mauro Branzu (basso) e Davide Rivera (flauto) e portano avanti con
fierezza la tradizione del prog rock italiano, la stessa di gruppi come La
Maschera di cera, Il Tempio delle Clessidre o Il Cerchio d’oro, tutte
espressioni liguri, una terra da sempre fertile in tal senso, anche nei
settanta, quando diede i natali a New Trolls, Delirium e Nuova Idea. La trama
concept di carattere fantasy completa il quadro, sicuramente tipico e poco
originale ma di grande fascino e soprattutto coinvolgente, complice anche il
cantato italiano e gli sprazzi strumentali che donano enfasi e trascinano ancora
di più nella storia. Le tastiere di Abba risultano quindi fondamentali nel
costruire passaggi profondi e creare ambientazioni capaci di rimandare al
viaggio spaziale intrapreso dai protagonisti. Il giusto sinfonismo a cui
partecipa il flauto di Rivera (pur se in misura chiaramente ridotta) e che
incontra tempi dispari e dilatazioni di genesisiana memoria, con Ferro
bravissimo nei suoi soli e nell’interplay con lo stesso Abba. Il disco
d’altronde è un susseguirsi di grandi spunti tastieristici, orchestrazioni ben
congeniate, omaggi all’epoca d’oro del prog, momenti onirici e psichedelici e
altri più leggeri che formano un racconto credibile se pur retrò e decisamente
appassionante anche nel 2016. (Luigi Cattaneo)
Il tempo dei miracoli (Video)
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