Primo full lenght per i
Diraxy (Dario Freddi alla voce, alla chitarra e alle tastiere, Federica Manenti
e Anna Freddi alle voci, Marco Le Grazie alla chitarra, Andrea Arrotta al basso
e Paolo Ossoli alla batteria), band che avevamo già segnalato per l’uscita
dell’interessante ep The Vagrant: First
steps del 2015 e che qui confermano le buone impressioni con questo
debutto. Il metal prog di nuova generazione di act come Tesseract o Karnivool
ben si sposa con qualche atmosfera wilsoniana, un connubio che sta attraendo
tante nuove band e che i Diraxy fanno loro in maniera compiuta, sviluppando una
fisionomia che fa della forza d’insieme un punto fermo. La trama concept
favorisce certi dettagli strutturali e anche un buon dinamismo, mostrando un
gruppo che sta rifinendo con cura il proprio sound ma che ha già fatto un
piccolo passo in avanti rispetto all’ep di 1 anno fa. I milanesi hanno
costruito, attraverso un complesso di elementi, un racconto credibile e
coinvolgente (il tema alla base è l’influenza della casualità nella vita
quotidiana) in cui i suoni di diversa estrazione si amalgamano in modo fluido,
condensando le esperienze tipiche del metal e del djent con quelle più
classiche del progressive. I Diraxy, attraverso tre protagonisti, narrati con
altrettante voci e atti (Act I – A twist
of fate, Act II – Action and reaction,
Act III – Beyond this world)
miscelano la giusta dose di potenza con un parallelo gusto melodico, un unione
che rende {The Vagrant} un’album da
ascoltare con attenzione e che può risultare estremamente gradevole soprattutto
tra i più aperti tra gli ascoltatori di prog. (Luigi Cattaneo)
The Vagrant (album trailer)
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