Gli El Tubo Elastico,
appena passati dall’Italia dove si sono esibiti nel prestigioso 2Days Prog + 1
di Veruno, sono un quartetto andaluso strumentale che unisce post rock, psych e
progressive. La loro è una musica ardita, con soluzioni sì complicate ma
tendenzialmente memorizzabili, complice una certa cura per forme melodiche
efficaci e intriganti. Alfonso Romero (basso e synth), Carlos Cabrera
(batteria), Daniel Gonzales (chitarra e synth) e Vizen Rivas (chitarra e synth)
sfoderano una prestazione muscolare condita dai consueti cambi di tempo in cui
si palesa un background piuttosto variegato e una certa volontà di riuscire
nell’intento di far coesistere le diverse anime che colorano il loro sound. 7
brani discretamente strutturati che vedono l’iniziale Pandora ideale porta d’ingresso in un mondo costellato di
eclettismo e di sintesi tra tempi dispari e intuizioni melodiche. I quattro si
muovono in grande armonia, forti di un sound convincente e con un certo live
appeal e ciò emerge anche da Camaleòn,
che risulta sì molto strutturata ma senza perdere nulla in freschezza. Le due
parti di Ispra mostrano tutte le
qualità degli spagnoli, tra morbidi fraseggi, pathos e sfuriate post. Ottime
anche le dinamiche di Rojo e la
successiva El enjambre, tirata e
coinvolgente. La chiusura space di Vampiros
y gominolas è il degno finale di un debut interessante, che li ha portati
ad aprire la tre giorni verunese. Sia chiaro che non siamo di fronte ad un
disco tagliato su misura per gli affezionati del progressive (o almeno non
solo), quanto più per chi ama perdersi in vortici sonori fieramente potenti e
intrisi anche di math e aspra psichedelia, con qualcosa che può rimandare tanto
agli Ozric Tentacles quanto agli Juggernaut, ai L’ira del baccano e ai loro
connazionali Glazz. (Luigi Cattaneo)
Pandora (Video)
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