Interessante trio
quello formato da Federico Zenoni alla batteria e percussioni, Luciano
Margorani alla chitarra (entrambi provenienti dai La1919) e Dave Newhouse (The
Muffins) alle tastiere e al clarinetto, autori di questo Beauty is in the distance, album formato da una suite divisa in
movimenti per un totale di circa 40 minuti sperimentali e dal piglio free. Ci
sono similitudini con i due gruppi madre, soprattutto per la voglia di creare
improvvisando, in libertà, con naturalezza e una certa sfrontatezza. L’album è
chiaramente indirizzato a chi non si pone troppi paletti e ha una certa
predisposizione per strutture di questo tipo, suonate con efficienza da
esponenti colti, forti di un percorso lungo e articolato. Beauty is in the distance è un’entità che si muove tra R.I.O.,
avant e jazz e come da tradizione ha estremo bisogno di ascolti attenti per
essere recepito totalmente, una musica totale, complessa e che non si piega a
compromessi. La struttura a suite ha dato modo di creare un’autentica partitura
di più elementi, con potenti sezioni jazzate, passaggi minimalisti,
improvvisazioni e progressive, il tutto con il piglio autorevole di chi conosce
a memoria l’ardita materia. Alcuni passaggi meno fluidi divengono comprensibili
all’interno di un disegno più grande in cui non si pongono limiti al pensiero,
dove tutto diviene istantanea di un flusso momentaneo, esperienza aleatoria,
affascinante nel suo essere imperfetta. (Luigi Cattaneo)
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