giovedì 3 agosto 2017

OVERKHAOS, Beware of truth (2017)


Esordio ufficiale per i tarantini Overkhaos, una band che avevo visto qualche anno fa a Spongano, in una bella edizione del festival Spongstock e devo dire che pur avendone colto già allora le evidenti potenzialità non mi aspettavo da questo debut un tale sviluppo di suoni e idee e quindi sono rimasto piuttosto sorpreso nel constatare l’ottimo livello tecnico e compositivo raggiunto dal quintetto. I tarantini si sono adoperati per scrivere un concept che prende spunto dai tanti problemi sociali che affliggono la bella città pugliese, mostrando personalità e indubbie doti di songwriting. Beware of truth è un grande album di metal progressivo con forti richiami al thrash, con frangenti ora vicini agli Animals as leader, ora accostabili ai Testament degli ultimi dischi, ora paralleli agli Eidolon dei fratelli Glover. Mimmo D’Oronzo mostra di cavarsela sia nelle parti pulite che in quelle più aggressive, Davide Giancane e Giuliano Zarcone alle chitarre incrociano benissimo i loro strumenti, in parti che mi hanno ricordato proprio i Testament ma anche i Megadeth, mentre la coppia ritmica formata da Anna Digiovanni al basso e Andrea Mariani alla batteria sforna una prova fatta di potenza, precisione e pulizia. Prelude introduce strumentalmente Silent death, brano perfetto per condurre l’ascoltatore nelle atmosfere del disco. Solar starvation ribadisce con forza e determinazione la capacità di sostare nel trash metal dai tratti prog, per poi passare a Khaos Inc., brano con cui intelligentemente l’ensemble mostra di poter tirare il freno e creare songs più ragionate. Si torna a spingere con la pregevole The lie you need e il grandeur furente di Crubling, prima dell’interessante trama di White light. Die Catsaw! si compone di fraseggi thrash metal tecnici e melodici, Anna’s song vede addirittura coinvolto l’ex Dream Theater Derek Sherinian (ma non dimentichiamolo nei fantastici Black Country Communion, nei grandi Planet x e per una carriera solista di livello ragguardevole) alle tastiere, ospite che con la sua presenza riempie ancora di più il suono del gruppo, lasciandomi pensare che l’inserimento in organico di un tastierista a tempo pieno potrebbe giovare al sound complessivo (anche se già in questo platter i ragazzi sottolineano come orchestrazioni e arrangiamenti siano opera di D’Oronzo e di Luca Basile). Chiusura affidata a Deadline ed è un altro grandissimo momento, strutturato e corposo, non fa altro che confermare tutte le qualità della band, che con questa opera prima è riuscita a coniugare forza espressiva e raffinatezza, ardore heavy e pulsioni progressive. (Luigi Cattaneo)
 
Khaos Inc. (Video)
 

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