lunedì 18 settembre 2017

ART, Planet zerO (2016)


Arrivano da Bologna gli Art, band molto giovane che ha da poco dato alle stampe un album, Planet zerO, fresco e dinamico, capace probabilmente di incuriosire sia gli amanti di Anathema e Pineapple Thief, sia quelli che prediligono l’approccio new prog di Marillion, Pendragon e IQ. La saggezza di Enrico Lorenzini (tastierista già in forza agli Imago Animi, che con i suoi synth richiama anche il suono di Claudio Simonetti) ha permesso di esaltare l’equilibrio compositivo delle variegate influenze e di creare un sound che con la giusta distribuzione della Sliptrick Records potrebbe interessare il mercato estero (probabilmente più di quello italiano a dire il vero). Il tocco melodico di Roberto Minozzi (chitarra) tiene a mente la lezione di Steve Lukather e dei veterani Micky Moody e Bernie Marsden e si sposa felicemente con il comparto ritmico formato da Carlo Vecchi (basso) e Fabio Tomba (batteria) e le armonie vocali di Denis Borgatti (impegnato anche al piano). Le nove tracce sono ispirate, solide e senza grossi cali, hanno la forza per mostrare un gruppo fantasioso che ha puntato parecchio sull’aspetto emozionale della proposta, sfoggiando un repertorio intriso di passionalità e calore. La vicinanza ai Goblin (ma anche ai Daemonia del deus ex machina Simonetti) si percepisce nell’iniziale Blind man, mentre la successiva Four colors cambia registro e vira verso lidi che tradiscono amore per il soft rock e l’AOR. Perfect time vede di nuovo Lorenzini protagonista, prima della ballata No butterflies e dell’ottimo new prog della title track. Splendida la stoccata hard di Insomnia ma la verve melodica del gruppo prende nuovamente il sopravvento nell’autunnale Yellow leaves. Ci si avvicina al finale con i chiaroscuri di Scarecrow, degno preludio alla lieve Nothing else, che chiude un esordio che sarebbe un peccato far passare sottotraccia viste le tante note positive presenti. (Luigi Cattaneo)
 
Insomnia (Video)
 

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