Attivi dal lontano
1997, quando esordirono con l’omonimo disco, in questi vent’anni i Cosmosquad
si sono distinti per un percorso trasversale e ricco di elementi che ha finito
per incuriosire sia gli amanti del progressive settantiano, sia quelli più
legati al metal prog emerso con forza dopo Images
and Words dei Dream Theater. L’assenza decennale ha portato alla creazione
di The Morbid Tango, un disco in alcuni
momenti davvero ottimo e con un songwriting che punta molto sull’impatto pur
essendo complesso e stratificato. Il trio (Jeff Kollman alla chitarra, Shane
Gaalaas alla batteria e Kevin Chown al basso, già attivo nella band di Tarja
Turunen e Paul Gilbert, oltre che con i Bombastic Meatbats) ha grandi capacità
tecniche e le utilizza per creare un crossover in cui il prog metal ha sì una
certa valenza ma viene ammorbidito da frangenti che oscillano tra il sinfonico
e il jazz rock, con qualche puntatina verso il territorio caro ai Dixie Dregs (elementi che fuoriescono anche per merito di tre special come
Jeff Babko alle tastiere, David Collier alle percussioni e Jono Brown agli
archi). Poco conosciuti qui in Italia (non sfigurerebbero affatto in una
prossima edizione del 2 Days prog + 1 di Veruno …) i Cosmosquad hanno oramai
acquisito credibilità e fiducia nei propri mezzi, con una crescita esponenziale
che li ha portati con The Morbid Tango a
confermare talento e idee. È un ritorno fresco, sapientemente dosato tra attimi
più hard ed altri maggiormente meditativi, vigoroso e dinamico come forse mai
in passato, segno di una raggiunta maturità che ha solo bisogno di essere
apprezzata maggiormente anche in Europa. (Luigi Cattaneo)
Morbid Tango (Video)
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