Violato intatto. Un sofisticato ossimoro filo conduttore di
un percorso di contrasti, un solco inciso nella carne del quarto vibrante disco
degli Accordo dei Contrari, rinnovati dal sax (alto e baritono) di Stefano
Radaelli. Ancora presenti e più in forma che mai sono invece Marco Marzo
Maracas (chitarra), Cristian Franchi (batteria) e Giovanni Parmeggiani
(tastiere), che con questa prova hanno raggiunto un’intesa molto solida. Il
sound degli Accordo è sempre più riconoscibile, pur mantenendo un background
storicamente variopinto, visionario e dinamico, capace di essere vibrante ma
anche suggestivo. Gli elementi caratterizzanti Violato Intatto sono quelli che hanno accompagnato la storia dei
bolognesi, con fraseggi memori della lezione italiana di Area e Perigeo e un
doveroso rispetto per act leggendari come Van Der Graaf Generator e Gentle
Giant. L’album è diviso in due parti, Violato e Intatto, con la prima che
inizia forte con Folia saxifraga, che
vede la partecipazione di Gabriele Di Giulio (Tell No Lies) al sax tenore,
bravissimo nell’inserirsi con impeto nelle strutture sofisticate del quartetto.
Hard prog e fusion si incontrano in Monodia
e un peso rilevante è dettato sicuramente dalle mani sicure di Parmeggiani, che
rifinisce tutto con grande eleganza. In Blue-S
la musica del diavolo per eccellenza è solo un pretesto per l’ennesima
straordinaria scorribanda elettrica, mentre Shamash
cambia nuovamente pelle, con un mood space e psichedelico in cui risulta
importante il violino di Alessandro Bonetti dei Deus Ex Machina. Idios cosmos è uno dei brani più
canterburiani del disco, con marcate reminiscenze Soft Machine che tradiscono
l’amore per quel preciso periodo storico. Chiude la prima parte E verde è l’ignoto su cui corri, una
gradevole ballata cantata da Patrizia Urbani (Miss Patty Miss and The Magic
Circle). La seconda si apre con Marienkirche,
che ci avvolge in una spirale psichedelica allucinata che ci conduce a sua
volta nel jazz rock progressivo di Di
eccezione in variante, un brano di grande valore capace di legarsi a doppio
filo al passato del genere tenendo uno sguardo sull’attualità, risultando
fresca e briosa. Stesso splendido discorso per Usil, un dialogo soave tra musicisti brillanti e coesi, ed Eros vs Anteros, composizione sintesi
del pensiero della band (per l’occasione rinforzata nuovamente da Di Giulio),
protesa verso un saggio crossover tra jazz rock, fusion, Canterbury e
progressive. Chiude Il violato intatto,
suggello di una prova con un volume di idee impressionanti rese ottimamente da
una band divenuta con il lavoro punto fermo dell’italica scena prog dell’ultimo
decennio. (Luigi Cattaneo)
Folia saxifraga (Video)
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