domenica 27 dicembre 2020

BRIDGEND, Rajas (2020)

 

Tornano i Bridgend e con loro Rajas (che dà anche il titolo a questo nuovo capitolo dei bolognesi), protagonista del precedente Rebis di cui avevamo parlato ai tempi della sua uscita. Andrea Zacchia (chitarra) ha modificato parecchio la line up, non più un trio ma un quartetto completato da Leonardo Rivola (tastiere), Matteo Esposito (basso e fretless) e Massimo Bambi (batteria) e anche in parte il sound, meno legato al post e più al progressive rock strumentale. Scelta azzeccata che fa di questo Rajas un prequel che conferma la capacità narrativa immaginifica della band, ma anche un’accresciuta scrittura complessiva, ancora più convincente rispetto al già valido debutto. Adulta nox apre l’album, mettendo subito in mostra una formazione collaudata, con Zacchia e Rivola a duettare ottimamente (il songwriting è affidato ad entrambi e ciò probabilmente ha beneficiato al progetto), così come non è da meno la nuova sezione ritmica, che si mette in mostra nella seguente Appena un respiro, altro momento tra i più significativi del racconto. Il lato A si conclude con la suite La quiete generale, tra prog d’annata e una spruzzata di modernità, quasi 10 minuti che scivolano nella seconda suite del disco, La fatica del singolo, altra traccia notevole che forma una parte centrale che farà la felicità dei fan di P.F.M., Le Orme, Genesis e dei contemporanei Accordo dei Contrari. Ci avviciniamo alla fine prima con Nocturnale, episodio tra i più strutturati del lavoro e poi con la conclusiva La luce ci divide, piccola gemma di psichedelia progressiva che sancisce la crescita di un gruppo da tenere in grandissima considerazione. (Luigi Cattaneo)

Full Album (Video)



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