Tornano i Bridgend e
con loro Rajas (che dà anche il titolo a questo nuovo capitolo dei bolognesi),
protagonista del precedente Rebis di
cui avevamo parlato ai tempi della sua uscita. Andrea Zacchia (chitarra) ha
modificato parecchio la line up, non più un trio ma un quartetto completato da Leonardo
Rivola (tastiere), Matteo Esposito (basso e fretless) e Massimo Bambi
(batteria) e anche in parte il sound, meno legato al post e più al progressive
rock strumentale. Scelta azzeccata che fa di questo Rajas un prequel che conferma la capacità narrativa immaginifica
della band, ma anche un’accresciuta scrittura complessiva, ancora più
convincente rispetto al già valido debutto. Adulta
nox apre l’album, mettendo subito in mostra una formazione collaudata, con
Zacchia e Rivola a duettare ottimamente (il songwriting è affidato ad entrambi
e ciò probabilmente ha beneficiato al progetto), così come non è da meno la
nuova sezione ritmica, che si mette in mostra nella seguente Appena un respiro, altro momento tra i più
significativi del racconto. Il lato A si conclude con la suite La quiete generale, tra prog d’annata e
una spruzzata di modernità, quasi 10 minuti che scivolano nella seconda suite
del disco, La fatica del singolo,
altra traccia notevole che forma una parte centrale che farà la felicità dei
fan di P.F.M., Le Orme, Genesis e dei contemporanei Accordo dei Contrari. Ci
avviciniamo alla fine prima con Nocturnale,
episodio tra i più strutturati del lavoro e poi con la conclusiva La luce ci divide, piccola gemma di
psichedelia progressiva che sancisce la crescita di un gruppo da tenere in
grandissima considerazione. (Luigi Cattaneo)
Full Album (Video)
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