Uscito nell’ottobre del
2019, Quel che non dici degli
ArcaMiri viene ora stampato con una bonus track finale, secondo lavoro dopo
l’ep Contatto del 2018. Totalmente
autoprodotto, l’album è un coraggioso concentrato di progressive, R.I.O. e
avant prog, una spirale sapientemente costruita e di non facilissima lettura ma
che sa conquistare ascolto dopo ascolto. Il quartetto formato da Simona Minniti
(voce e synth), Ivan Ricciardi (pianoforte e synth), Peppe Capodieci (basso) e
Vincenzo Arisco (batteria e percussioni) ha un’innata voglia di esplorare
soluzioni, di realizzare strutture corpose e intricate su cui vibrare brevi
fraseggi melodici, come un taglio sulla tela di fontaniana memoria, fenditure
concettuali che si esprimono attraverso i testi poetici e la vocalità
operistica della brillante cantante. I siracusani arrivano a questo secondo
appuntamento discografico forti di una propria personalità, frutto di un
approccio free alla materia, ossia senza vincoli, un lavoro di squadra che ha
portato a composizioni libere ma sapientemente edificate. Ed è quello che fanno
i siciliani all’interno di 7 brani dove non mancano sorprese, come il trittico
formato dalla title track, da Inquietudo e
Ballata (di una vecchia puttana), che
mette insieme tutte le influenze della band, accuratamente dosate per formare
una sorta di suite marcatamente progressiva, un trip che non disdegna scenari
dark e postille avanguardistiche. Piove e
Dentro una goccia sono l’anello di
congiunzione tra gli spunti classici dei contemporanei Quanah Parker (seppur
con una lunga storia alle spalle) e i settantiani Opus Avantra di Donella Del
Monaco e Alfredo Tisocco. Non da meno L’adesso
e la bonus Migrazioni, che mostra
un gruppo ispirato e davvero molto interessante. (Luigi Cattaneo)
Quel che non dici (Video)
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