martedì 1 dicembre 2020

ARCAMIRI, Quel che non dici (2020)

 

Uscito nell’ottobre del 2019, Quel che non dici degli ArcaMiri viene ora stampato con una bonus track finale, secondo lavoro dopo l’ep Contatto del 2018. Totalmente autoprodotto, l’album è un coraggioso concentrato di progressive, R.I.O. e avant prog, una spirale sapientemente costruita e di non facilissima lettura ma che sa conquistare ascolto dopo ascolto. Il quartetto formato da Simona Minniti (voce e synth), Ivan Ricciardi (pianoforte e synth), Peppe Capodieci (basso) e Vincenzo Arisco (batteria e percussioni) ha un’innata voglia di esplorare soluzioni, di realizzare strutture corpose e intricate su cui vibrare brevi fraseggi melodici, come un taglio sulla tela di fontaniana memoria, fenditure concettuali che si esprimono attraverso i testi poetici e la vocalità operistica della brillante cantante. I siracusani arrivano a questo secondo appuntamento discografico forti di una propria personalità, frutto di un approccio free alla materia, ossia senza vincoli, un lavoro di squadra che ha portato a composizioni libere ma sapientemente edificate. Ed è quello che fanno i siciliani all’interno di 7 brani dove non mancano sorprese, come il trittico formato dalla title track, da Inquietudo e Ballata (di una vecchia puttana), che mette insieme tutte le influenze della band, accuratamente dosate per formare una sorta di suite marcatamente progressiva, un trip che non disdegna scenari dark e postille avanguardistiche. Piove e Dentro una goccia sono l’anello di congiunzione tra gli spunti classici dei contemporanei Quanah Parker (seppur con una lunga storia alle spalle) e i settantiani Opus Avantra di Donella Del Monaco e Alfredo Tisocco. Non da meno L’adesso e la bonus Migrazioni, che mostra un gruppo ispirato e davvero molto interessante. (Luigi Cattaneo)

Quel che non dici (Video)



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