Terzo disco per Piero
Prudenzano e il suo progetto Clov, che con Every love story is a death story
si cala all’interno di un concept sull’evoluzione dei sentimenti e il senso
di perdita causato dalla fine di una relazione. Interamente registrato in casa,
il disco si caratterizza per un evidente approccio lo-fi, con chitarre che
sanno essere ora distorte, ora più pulite e synth che fanno da tappeto alle
evoluzioni pop e folk di un racconto che diviene progressivamente claustrofobico
e oscuro. La voce di Ramona Ruggeri apre The sound of our first meeting,
momento idilliaco che prosegue con We have everything/nothing, che vede
la presenza di Marianna Calabrese (voce) e di Luciano Pirulli (batteria). Un inizio
corposo che prosegue con Cats (stavolta alla batteria c’è Jacopo Fiore)
e Short story about love, ben interpretata ancora dalla Calabrese. Appare
evidente come Prudenzano abbia scelto la via della collaborazione per creare un
percorso dove l’unità dell’insieme finisce per fare la differenza, perché ogni
ospite ha apportato un contributo significativo seppur sotto la guida di Piero,
curioso generatore di suoni sin dall’esordio del 2009. Ne sono ulteriore
esempio il sax di Chiara Archetti, che fa bella mostra in All through the
house e i violini di Silvia Natali e Justin Viorel in Short story about dead, mentre The sound of our last meeting è il finale che celebra l’inevitabile dolore del
distacco. (Luigi Cattaneo)
Short story about dead (Video)
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