domenica 4 settembre 2022

STERBUS, Let your garden sleep in (2021)

 

Sono lontani i tempi in cui Sterbus (alias Emanuele Sterbini), si divertiva a pubblicare dischi come Eva Anger e Smash the sun alight, schegge impazzite in cui l’autore metteva insieme le più disparate influenze, dall’alternative al prog, passando per il folk, la psichedelia e il grunge, infischiandosene bellamente di etichette e stereotipi. Dopo il ricco doppio del 2018, Real estate/Fake inverno, decisamente più proggy ma con tutte le caratteristiche crossover del progetto, ecco ora una nuova incarnazione di Sterbus, Let your garden sleep in, imbevuto di power pop, folk e indie rock, dove oltre ad Emanuele (voce, chitarra, basso e synth), troviamo nuovamente Dominique D’Avanzo (voce, clarinetto e flauto), coadiuvati da Riccardo Piergiovanni (piano, synth, organo e clavicembalo), Francesco Grammatico (violoncello, tromba, trombone e organo), Brenda Gagarina (shaker, tamburello, gong e campanaccio) e Pablo Tarli (batteria), a cui vanno aggiunti una serie di ospiti che hanno reso ricchissimo il prodotto. Difatti, le strutture sono mascherate per risultare più semplici rispetto al passato, con brani maggiormente pop ma che si dimostrano da subito molto rifiniti nell’arrangiamento e curati nel dettaglio. Ogni virgola è lì perché ci deve stare e i 40 minuti scarsi del lavoro non fanno altro che portare in dote l’esperienza accumulata negli anni da Sterbini, che continua il suo percorso libero da convenzioni e schemi precostruiti. (Luigi Cattaneo)

Murmurations (2021)



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