Uscito nel lontano 1995, Working
travellers è il primo disco dei marchigiani The Old Castle, un omaggio al
progressive rock dei ’70, soprattutto quello inglese di Emerson Lake &
Palmer e The Nice. La passione per l’aspetto maggiormente sinfonico del genere
trova nelle tastiere di Gabriel Kiss il naturale sbocco, con Marco Brandi
(batteria), Paolo Pagliari (basso, chitarra, voce) e Andrea Scuriatti (voce)
che assecondano le fantasie classicheggianti del leader già a partire dall’introduttiva
Hymn to human race, che ci trascina lontano nel tempo in maniera
delicata e gradevole. The pilots si contraddistingue per l’ottimo
sviluppo centrale strumentale, Bydlo è un altro episodio ben costruito,
un adattamento di Kiss su un tema di Mussorgsky, prima di The sailor,
epica e malinconica. Sontuosa Time in sky, mastodontica traccia di quasi
14 minuti in cui emergono tutte le influenze della band, l’intermezzo Duet
for E. bass and vibraphone anticipa la più corposa Bach feeling, un
omaggio al maestro tedesco da cui viene estratto anche un tema da lui composto.
Chiusura in chiave jazz con Stephan, a cui partecipano Stefano Conforti
(sax tenore) e Diego Guardati (tromba), un momento un po' slegato dal contesto
generale ma piacevole conclusione di un lavoro che trasuda passione da tutti i
pori. (Luigi Cattaneo)
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