lunedì 14 gennaio 2013

ALPHATAURUS, AttoSecondo (2012)

Un altro ritorno significativo, uno dei tanti a cui stiamo assistendo con continuità da qualche anno a questa parte. Un come back speciale, non solo nella forma o in quella vena nostalgica che spesso accompagna i ricordi di album leggendari, di culto, del periodo aureo del progressive italiano. Gli Alphataurus sono uno di quei gruppi sparito troppo presto dai palchi nazionali dopo la pubblicazione dell’omonimo debutto targato 1973, che con il passare dei decenni ha acquisito i gradi di disco importantissimo per comprendere al meglio quello che era il fitto panorama underground italico. Come molti lavori nuovi di vecchie glorie, anche questo dividerà i fan di prima e seconda generazione ma in questo caso è forse giusto rimarcare che, pur a dispetto di un sound sinfonico che era tanto caro ai milanesi già 40 anni fa, gli Alphataurus attuali hanno idee, urgenza comunicativa e una energia che li rende solidi e molto compatti nel riproporsi con l’entusiasmo di una band emergente. Si può parlare di vero e proprio Attosecondo, anche se non vanno dimenticati, almeno per dovere di completezza, Dietro l’uragano, pubblicato dalla Mellow nel 1992 e contenente alcuni provini, incompleti di voce, che sarebbero dovuti essere registrati per il secondo album e Live in Bloom, registrato nel 2010 per festeggiare la reunion da poco avvenuta. C’è da dire che della formazione degli anni ’70 ritroviamo solo Pietro Pellegrini alle tastiere e Guido Wassermann alla chitarra, mentre tutti gli altri membri sono nuovi, a partire dal cantante Claudio Falcone, bravo nel non far rimpiangere Michele Bavaro, alla potente sezione ritmica formata da Alessandro “Pacho” Rossi (già alla batteria con i grandi Karma) e Fabio Rigamonti, alle tastiere di Andrea Guizzetti, indispensabile nel creare tappeti e suggestive atmosfere. Il risultato di tale insieme è molto buono, in una sorta di continuità stilistica e di contenuto che rimanda inequivocabilmente alla stagione migliore del rock progressivo e gli Alphataurus ancora oggi, come allora, danno maggiore importanza ad un suono d’insieme che a mirabolanti prove solistiche, pur se appaiono evidenti le capacità strumentali dei coinvolti. Sono caratteristiche che emergono da subito, con ProgressivaMente, colorata dalla fusione della coppia di tastieristi, dalla sezione ritmica che mostra aggressività e precisione e da Wassermann brillante interprete innamorato dell’hard rock. Anche la prova di Falcone risulta subito positiva e pur avendo un background più vicino al soul dimostra grande coesione e affiatamento con tutto il gruppo, dimostrando di poter essere uno dei punti forti su cui basare anche gli Alphataurus del futuro. Gocce è l’episodio migliore, quello più seducente e complesso nel suo incedere, con Wasserman che si muove con mano sicura ed esperta e Guizzetti bravissimo nel mostrare il suo retaggio figlio della fusion che ben si sposa con il mood progressivo della composizione e con il tocco differente di Pellegrini, in un gioco di contrasti davvero attraente. A ciò va aggiunto un testo ad opera di Falcone riuscito ed emozionale su cui lo stesso cantante si esprime con sicurezza e passione, per quello che diverrà un classico in sede live. Dopo questi due brani la band riprende alcune tracce già presenti in Dietro l’uragano, ossia Ripensando e…, Claudette e Valigie di terra. Ripensando e… rimane strumentale e dal sapore sinfonico, mantiene un certo alone di fascino e ci porta alle successive che invece vengono colmate con testi ispirati e interessanti. La prima, molto lunga, vede le tastiere impegnate a disegnare paesaggi malinconici su cui si innestano le liriche di Falcone, validi spunti chitarristici e un ottimo lavoro ritmico, palpitante e fervido. Nella seconda, ancora di buon livello, si fanno largo con forza le tastiere, sia nelle parti dove il pathos prende il sopravvento, sia in quelle dove è l’impeto a fare da trait d’union tra gli stumenti, in un gioco in cui ancora una volta emerge la forza complessiva degli elementi chiamati in causa. Attosecondo ha in sé tutte le qualità per farsi amare da quanti ancora sognano sulle note classicheggianti del progressive settantiano e che sognano ascoltando i vecchi LP del Banco del Mutuo Soccorso o Emerson Lake & Palmer. Gli Alphataurus del 2012 sono ancora capaci di produrre musica di elevata qualità, efficace e di grande dinamismo. E questa è già di per sé una notizia. (Luigi Cattaneo)

Gocce (Video)

         

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