Da Parma arrivano i
Round 11 (R 11), un trio dedito al jazz rock e sempre attento a cristallizzare
situazioni melodiche calcolate e ricche di pathos. È bene aggiungere però che
la musica che ne esce da questo esordio solo in parte ricorda quel che accadeva
in seno ai gruppi dei ’70 e se è vero che ci sono umori presi in prestito dal Perigeo
o dalla Premiata Forneria Marconi di Jet
Lag, è anche vero che i brani hanno un taglio quantomeno attuale. Insomma,
un lavoro raffinato e ben cesellato, dove il particolare si denota nei suoni
della chitarra di Andrea Silvestri, autore di superlativi soli, nel basso e
contrabbasso di Michele Della Malva e nella batteria di Roberto Reggiani, una
sezione ritmica eccelsa. Si denota nei 7 brani presenti una preparazione
tecnica e una cultura non indifferente che gli permette di essere coesi ma
anche di abbandonarsi a dei sani momenti di virtuosismo (Aspettami). Lupus in Trio è
quindi un primo passo degno di nota e che si fa apprezzare per precisione e
contenuto, in cui la fusion si mescola con il rock e si avvicina al progressive
(Estremamente rosso) e porta chi
ascolta a scoprire i tanti piccoli universi da cui pare attingere la proposta
degli R 11. Fantasia, spunti di gran classe, improvvisazione e un vocabolario
che mi ha ricordato Ask di Roberto
Gatto (che vedeva la straordinaria presenza di John Scofield) e Front Page del trio Lagrène- Di Piazza-
Chambers. Ma citazioni a parte la band si muove lungo territori di volta in
volta diversi seppur vicini. E allora piace sentire l’andamento funky rock di Tubo Blues o il tocco latin jazz di Riccardo, segno inequivocabile di come
il trio possa spostare a proprio piacimento l’asse portante della loro musica.
E di come in sede live la loro proposta possa essere ancora più coinvolgente e
sentita. Lupus in Trio è un lavoro di
buona fattura e gli R 11 si propongono come una nuova e interessante realtà del
panorama jazz rock italiano. (Luigi Cattaneo)
Tubo Blues (Video)
gran bel pezzo..soprattutto l'intro di basso!
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