sabato 18 gennaio 2014

CORDE OBLIQUE, Per le strade ripetute (2013)


Il ritorno dei Corde Oblique, dopo lo straordinario A Hail of Bitter Almonds, conferma il talento di Riccardo Prencipe e dei suoi fedelissimi e talentuosi musicisti che lo hanno accompagnato anche in questa nuova fatica. L’atmosfera generale rimane quella eterea, piena di fascino arcano e ammaliante che ha sempre contraddistinto la musica dell’ensemble napoletano, un folk progressivo acustico e in chiave meditteranea. La grande precisione e l’attenzione verso gli arrangiamenti mostrano le qualità tecniche della band a disposizione di Prencipe. Ma non aspettatevi suite o tracce particolarmente corpose, quanto più trame sottili, cariche di visioni e suggestioni. L’iniziale Averno è il brano più complesso tra i presenti, quello dove forse emerge il lato più progressivo del gruppo. Floriana Cangiano con la sua voce impreziosisce un testo che pare un sogno lontano, un ricordo antico che viene narrato attraverso la classica di Prencipe e il violino del talentuoso Edo Notarloberti. Il viaggio di Saramago continua sulla falsariga di un dark folk settantiano in cui emerge la voce di Caterina Pontrandolfo, brava ad esprimersi attorno a liriche sentite e ispirate. Impossibile non citare lo splendido lavoro di rifinitura di Prencipe, sempre piuttosto elegante e sofisticato. My pure amethyst vede invece impegnata Annalisa Madonna alla voce (ma la qualità resta altissima) e il violoncello di Manuela Albano si unisce alla chitarra e al violino in una danza autunnale piena di malinconia che può ricordare gli Anathema degli ultimi anni. In the temple of echo è un intermezzo per chitarra acustica registrata in un’area archeologica vicino Napoli (il Tempio di Mercurio) senza riverberi artificiali o effetti ma sfruttando il suono naturale del posto. Delicata è Bambina d’oro dove torna la Cangiano per un brano toccante in cui  Notarloberti ricama un’atmosfera nostalgica e misteriosa, mentre molto diversa è la seguente Heraion, arrangiata da Evi Stergiou (voce) e Spyros Giasafakis (voce recitante e cimbalo) dei Daemonia Nymphe, per quello che è un momento etnico e dark folk piuttosto evocativo. Due melodie rispecchia meglio l’anima dei Corde Oblique ed è l’unica con Lisa Starnini alla voce e colpisce ancora una volta la cifra compositiva e anche tecnica di Prencipe, davvero ispirato e consapevole dei propri mezzi espressivi. Buona la doppietta strumentale formata da Le fontane di Caserta e Requiem for a dream, con la prima ispirata ai Giardini del Palazzo Reale di Caserta e basata sull’incontro tra chitarra e violino, mentre di Clint Mansell è la seconda, pur se l’arrangiamento di chitarra è di Prencipe stesso. Ancora una grandissima prova della Cangiano contribuisce ad Ali Bianche (in cui appare anche Francesco Manna alle percussioni), pezzo ispirato da La processione durante l’eruzione del Vesuvio, un dipinto del 1631 di Scipione Compagno. La chiusura è affidata allo strumentale Uroboro, brano composto da Notarloberti e atto conclusivo di un percorso profondo, affascinante e pieno di grazia. (Luigi Cattaneo)
 
Averno (Official Video)
 
 https://www.youtube.com/watch?v=oFq5DVKX2_o              

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