Il ritorno dei Corde Oblique, dopo lo
straordinario A Hail of Bitter Almonds,
conferma il talento di Riccardo Prencipe e dei suoi fedelissimi e talentuosi
musicisti che lo hanno accompagnato anche in questa nuova fatica. L’atmosfera
generale rimane quella eterea, piena di fascino arcano e ammaliante che ha
sempre contraddistinto la musica dell’ensemble napoletano, un folk progressivo
acustico e in chiave meditteranea. La grande precisione e l’attenzione verso
gli arrangiamenti mostrano le qualità tecniche della band a disposizione di
Prencipe. Ma non aspettatevi suite o tracce particolarmente corpose, quanto più
trame sottili, cariche di visioni e suggestioni. L’iniziale Averno è il brano più complesso tra i
presenti, quello dove forse emerge il lato più progressivo del gruppo. Floriana
Cangiano con la sua voce impreziosisce un testo che pare un sogno lontano, un
ricordo antico che viene narrato attraverso la classica di Prencipe e il
violino del talentuoso Edo Notarloberti. Il
viaggio di Saramago continua sulla falsariga di un dark folk settantiano in
cui emerge la voce di Caterina Pontrandolfo, brava ad esprimersi attorno a
liriche sentite e ispirate. Impossibile non citare lo splendido lavoro di
rifinitura di Prencipe, sempre piuttosto elegante e sofisticato. My pure amethyst vede invece impegnata
Annalisa Madonna alla voce (ma la qualità resta altissima) e il violoncello di
Manuela Albano si unisce alla chitarra e al violino in una danza autunnale piena
di malinconia che può ricordare gli Anathema degli ultimi anni. In the temple of echo è un intermezzo
per chitarra acustica registrata in un’area archeologica vicino Napoli (il
Tempio di Mercurio) senza riverberi artificiali o effetti ma sfruttando il
suono naturale del posto. Delicata è Bambina
d’oro dove torna la Cangiano per un brano toccante in cui Notarloberti ricama un’atmosfera nostalgica e
misteriosa, mentre molto diversa è la seguente Heraion, arrangiata da Evi Stergiou (voce) e Spyros Giasafakis
(voce recitante e cimbalo) dei Daemonia Nymphe, per quello che è un momento
etnico e dark folk piuttosto evocativo. Due
melodie rispecchia meglio l’anima dei Corde Oblique ed è l’unica con Lisa
Starnini alla voce e colpisce ancora una volta la cifra compositiva e anche
tecnica di Prencipe, davvero ispirato e consapevole dei propri mezzi
espressivi. Buona la doppietta strumentale formata da Le fontane di Caserta e Requiem
for a dream, con la prima ispirata ai Giardini del Palazzo Reale di Caserta
e basata sull’incontro tra chitarra e violino, mentre di Clint Mansell è la
seconda, pur se l’arrangiamento di chitarra è di Prencipe stesso. Ancora una
grandissima prova della Cangiano contribuisce ad Ali Bianche (in cui appare anche Francesco Manna alle percussioni),
pezzo ispirato da La processione durante
l’eruzione del Vesuvio, un dipinto del 1631 di Scipione Compagno. La
chiusura è affidata allo strumentale Uroboro,
brano composto da Notarloberti e atto conclusivo di un percorso profondo,
affascinante e pieno di grazia. (Luigi Cattaneo)
Averno (Official Video)
Nessun commento:
Posta un commento