Il nuovo progetto portato
avanti dagli incontenibili Ettore Salati, chitarrista di Red Zen, Alex Carpani
e The Watch e Fabio Mancini, tastierista anche lui in forza ai The Watch è
all’insegna della fusion, del progressive e del jazz rock, passioni che da
sempre accompagnano le attività musicali dei due. Con loro una sezione ritmica
di elevato livello formata da Nando De Luca al basso e Giacomo Pacini alla
batteria, perfetto motore capace di supportare energicamente le fughe soliste
di Salati e Mancini. Il rimando più immediato può essere quello ai Brand x ma
la qualità dei componenti è talmente tanta che appare anche riduttivo giocare
ad inseguire nomi. Polheim (inserita
anche in Dante’s Purgatorio, un album
compilation della Colossus) apre il platter con i suoi oltre sette minuti in
cui i SoulenginE si inoltrano in territori fusion e jazz rock difficili da
cavalcare se non si ha tale padronanza dello strumento. Third in line ha un iniziale atmosfera incantata vicina ai Genesis per
poi esplodere in un prog rock dove lasciare ampio spazio alla corsa sfrenata di
Salati e Mancini che portano il brano vicino a quanto fatto con i Red Zen
(recuperate il loro Void). Splendida Rain Flower con i giochi chitarristici
di un irrefrenabile Salati e le ritmiche indiavolate che solidificano la
materia. On the Other side ha uno
spirito decisamente più jazz mentre con Down
the street (in cui compare anche un deciso Joe Sal alla voce) e No way out la band torna a camminare
decisa verso un suono energico e vitale. Più vicina al progressive settantiano
è No Rewarding, complicata e piena di
cambi di tempo e di atmosfera. Torna Joe Sal nella ballad Asleep, contornato da tastiera, flauto e chitarra acustica, per
quello che è il brano che più si stacca dal clima generale. Ottimo anche il
finale di Challenge to an end, long
track atmosferica e dalle palpabili linee sinfoniche tanto care al prog
seventies. Un elaborato esordio (anche se il termine è un po’ riduttivo per
musicisti con questa esperienza) quasi interamente strumentale che tocca la
fusion dei già citati Brand x e in parte anche dei Return to Forever ma che
attinge tanto dal caro progressive inglese di Genesis, ELP e Yes. Nulla di
nuovo insomma ma il risultato è comunque un disco raffinato, suonato con la
dovuta perizia e assolutamente piacevole. (Luigi Cattaneo)
Mind Colours (Album Preview)
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