venerdì 3 gennaio 2014

SINETERRA, Fadisia (2012)

 
Il primo album pubblicato dalla neonata Agualoca Records è un piccolo caso. Scelta davvero ben ponderata quella di esordire con un album come Fadisia dei Sineterra (alla loro seconda pubblicazione), un piccolo capolavoro, distillato di emozioni e suoni che travalica il concetto di progressive, per una musica eterea e trasognata che va a toccare vari campi come il jazz, il folk e la world music di ascendenza mediterranea. Un concetto applicabile ad un’altra straordinaria band campana, i Corde Oblique, con cui i Sineterra condividono il modo di comunicare e le atmosfere cinematografiche, nostalgiche e in qualche modo malinconiche che possono ricordare quelle del fado. I Sineterra attingono le loro idee da suoni conosciuti, hanno caratteristiche popolari e roots che vengono però lustrate da un tocco per nulla vintage e passatista ma attuale, figlio dei nostri anni. La band è formata da musicisti preparatissimi: Charles Ferris alla tromba, Luisanna Serra alla voce, Mario Musetta alla chitarra, Stefano Costanzo alla batteria e Ron Grieco al contrabasso e al basso hanno la capacità innata di toccare le corde giuste dell’emotività, di far palesare davanti agli occhi immagini perdute, sensazioni, pulsioni. Colpisce l’enorme forza seducente della loro musica, che ha qualcosa di spirituale, di impalpabile, di puro. Ferris è da subito protagonista e l’iniziale L’altra Strada, che lo vede impegnato con Grieco e Musetta (alla classica) è un buon viatico al profumo di jazz per introdurci in Tango per dì, prima perla in cui si aggiungono i tocchi delicati del violino di Antonio Fraioli e il piano di Davide Mastropaolo (che ha curato anche la direzione artistica). Straordinaria la vocalità molto particolare della Serra anche nelle seguenti Anea e Baluginio, due brani dalla rara intensità, mentre colpisce il suo nitido, limpidissimo dell’organo di Mastropaolo in Colki Kest, altro episodio di grande spessore che viene replicato nell’altrettanto valida Anna inna. In Freica emerge ancor di più il lato jazz del gruppo e Ferris si sdoppia in maniera incantevole tra tromba e trombone. Nel finale di Dalla parte di lei si lascia spazio agli incastri tra i tocchi della classica del maestro Musetta e la tromba di Ferris, ottima chiusura di un disco ammaliante e pieno di fascino. (Luigi Cattaneo)


Anea (Live)
 

    

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