Il primo album pubblicato dalla neonata Agualoca Records è un piccolo
caso. Scelta davvero ben ponderata quella di esordire con un album come Fadisia dei Sineterra (alla loro seconda
pubblicazione), un piccolo capolavoro, distillato di emozioni e suoni che
travalica il concetto di progressive, per una musica eterea e trasognata che va
a toccare vari campi come il jazz, il folk e la world music di ascendenza
mediterranea. Un concetto applicabile ad un’altra straordinaria band campana, i
Corde Oblique, con cui i Sineterra condividono il modo di comunicare e le
atmosfere cinematografiche, nostalgiche e in qualche modo malinconiche che
possono ricordare quelle del fado. I Sineterra attingono le loro idee da suoni
conosciuti, hanno caratteristiche popolari e roots che vengono però lustrate da
un tocco per nulla vintage e passatista ma attuale, figlio dei nostri anni. La
band è formata da musicisti preparatissimi: Charles Ferris alla tromba,
Luisanna Serra alla voce, Mario Musetta alla chitarra, Stefano Costanzo alla
batteria e Ron Grieco al contrabasso e al basso hanno la capacità innata di
toccare le corde giuste dell’emotività, di far palesare davanti agli occhi
immagini perdute, sensazioni, pulsioni. Colpisce l’enorme forza seducente della
loro musica, che ha qualcosa di spirituale, di impalpabile, di puro. Ferris è
da subito protagonista e l’iniziale L’altra
Strada, che lo vede impegnato con Grieco e Musetta (alla classica) è un
buon viatico al profumo di jazz per introdurci in Tango per dì, prima perla in cui si aggiungono i tocchi delicati
del violino di Antonio Fraioli e il piano di Davide Mastropaolo (che ha curato
anche la direzione artistica). Straordinaria la vocalità molto particolare
della Serra anche nelle seguenti Anea e
Baluginio, due brani dalla rara
intensità, mentre colpisce il suo nitido, limpidissimo dell’organo di
Mastropaolo in Colki Kest, altro
episodio di grande spessore che viene replicato nell’altrettanto valida Anna inna. In Freica emerge ancor di più il lato jazz del gruppo e Ferris si
sdoppia in maniera incantevole tra tromba e trombone. Nel finale di Dalla parte di lei si lascia spazio agli
incastri tra i tocchi della classica del maestro Musetta e la tromba di Ferris,
ottima chiusura di un disco ammaliante e pieno di fascino. (Luigi Cattaneo)
Anea (Live)
Anea (Live)
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