venerdì 21 febbraio 2014

AEDO, Saluto al Nemico (2013)


Il Salento, terra spesso conosciuta soprattutto per le meravigliose attrazioni turistiche estive, ha un retaggio musicale curioso e tutto da scoprire. Piccole realtà che con fatica vanno avanti e cercano di emergere da un luogo che troppo spesso viene ricordato per la pizzica o negli ultimi anni per il boom dei Negramaro. Sarebbe invece sbagliato fermarsi a questo. E ne sono un esempio gente come Raffaele Casarano, sassofonista di grande livello e organizzatore del Locomotive Jazz Festival, Gianluca Milanese (ex Area Palea), Mauro Tre, pianista poco conosciuto ma raffinato o ancora, per avvicinarci a sonorità più rock, i Muffx o L’impero delle Ombre. Gli Aedo, non fanno eccezione e rappresentano, a detta di chi scrive, una delle realtà salentine più interessanti e con un po’ di fortuna potrebbero tranquillamente conquistare vette più alte. Questo perché la loro mistura di folk, cantautorato, combat e poesia è davvero elettrizzante e toccante e può piacere sia a chi ha sempre amato la canzone d’autore di Fabrizio De Andrè, Uccio De Santis  o Vinicio Capossela, sia a chi viene rapito dalle atmosfere care ai Modena City Ramblers o La Casa del Vento. Saluto al nemico è il loro album d’esordio e ha il pregio di non dimenticare la tradizione popolare a cui appartengono, innervandola però di sonorità meno legate al Salento, rendendo il tutto più godibile e meno chiuso su sé stesso. Difatti uno dei difetti di questi gruppi popular è il rimanere a volte troppo legati a delle radici che finiscono per appiattire la proposta e finiscono per avere consensi solo in un ottica regionale (se non provinciale). Gli Aedo invece riescono nella faticosa impresa di far convivere le due anime, quella legata ad una terra che ti ammalia e quella più moderna che può permettere loro il grande salto. La musica degli Aedo, citando Oliviero Malaspina (poeta, cantautore e collaboratore di De Andrè), è rarefatta, forsennata come gli stati d’animo di una società in travaglio, vive di sfumature agrodolci e di brani potenti intersecati da un’etnicità mai banale. Per far questo Giovanni Saccomano (chitarra acustica e voce), leader e autore di quasi tutte le musiche e i testi, si è fatto aiutare da Eleonora Pascarelli (voce), Mauro Pispico (chitarra classica), Francesco Spada (organetto), Chiara Arcadi (violino), Giuseppe Donadei (percussioni) e Giorgio Kwiatkowski (basso). Le prime tracce hanno un mood malinconico ma per nulla sconsolante, già dall’iniziale Acqua, con quelle percussioni ben in evidenza e un cantato intenso e sentito. Fa il paio con Biancalancia, prima della meravigliosa e deandreiana Le tue mani, piccola perla dal testo davvero toccante (Finirà questa guerra in un sogno, le tue mani suoneranno per me, in quest’odio che congela il mondo, le tue mani suoneranno per me) e capace di elaborare immagini nell’ascoltatore, quasi come se ci si trovasse dinnanzi ad un film in costume. L’Italia stritolata da parassiti emerge nel combat folk di Joele, liriche potenti e drammatiche, mettono i brividi nella loro semplice efficacia, testimonianza di chi è esasperato di subire ingiustizie dai potenti (Non vi siete accorti ho la pistola sotto il pane, oggi sparo agli uomini e miro dritto ai genitali, oggi agli avvoltoi che si nutrono di operai, oggi sparo a quelli, quelli che non muoiono mai. L’ultimo colpo in aria, tanto Dio non sente mai!). Sulla stessa falsariga anche Le orecchie del re, cinica e ironica allo stesso tempo, mentre ha un’impronta noir la suadente Macaria. La Pancia del Mostro è una lucida riflessione sullo stato attuale dei lavoratori (Industrie di sogni producon veleni, entran nella pelle, siamo già morti bianche) sfruttati come uomini bestie (Stiamo ancora lavorando per la grande piramide del potere). Chiude l’album Penelope, sussidiario di 7 minuti delle vibrazioni emerse dall’ascolto di questo autentico gioiellino. Chapeu per la sensibilità espressa da questo Saluto al nemico e un plauso per la Ululati Records che cerca sempre di proporre musica di qualità in un territorio a volte indifferente verso artisti che meriterebbero davvero di più. (Luigi Cattaneo)


Penelope (Official Video)


http://www.youtube.com/watch?v=Xf3jdmVdybI

                  

 

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