Non manca indubbiamente
la voglia di comunicare ad Alessandro Orlando, cantautore romano che esordisce
con Ogni cosa accadrà certamente
(sotto la direzione artistica di Danilo Cherni, impegnato anche alle tastiere e
membro di Goblin Rebirth, Fluido Rosa e della band di Antonello Venditti), un
album in cui si racconta, narra attraverso testi mirati che divengono
corollario di immagini che rimandano a sapori lontani. Non di certo un revival,
solo uno sguardo sul passato remoto e prossimo (un po’ di Alberto Fortis,
qualche frangente del Cristiano De Andrè più impegnato, il Giancarlo Onorato
meno crepuscolare e l’acume melodico di Venditti) che si affaccia sul
contemporaneo (senza però blandire l’hype di Calcutta, Motta o Thegiornalisti) risultando
credibile e suggestivo. Il tratto è sicuro, complici anche gli ottimi musicisti
coinvolti che supportano l’estro di Orlando, sia nei frangenti più cantautorali
che in quelli lievemente psichedelici. Quello che emerge è un background ampio
che produce un disco sincero pur se non del tutto messo a fuoco, un lavoro dove
però l’autore ha curato ogni dettaglio, sia in fase di songwriting che in fase
di arrangiamento, elementi che alla lunga possono fare la differenza su
prodotti analoghi. Alessandro pone la sua creatività al servizio di brani
efficaci e ben strutturati, con alcuni momenti davvero molto interessanti, come
Io bevo (Cointreau) o la curiosa … E adesso (entrambe con Fabio
Pignatelli al basso), così come colpisce il delicato lavoro di Cristiana
Polegri al sax in Semplicemente giusto.
Bellissimo il crescendo di Ciò che mi
resta (con Maurizio Perfetto alla chitarra), ispirata e coinvolgente è Modi di morire mentre il finale di Le aquile nel cielo chiude nella
tradizione un disco gradevole suonato da musicisti di esperienza e qualità. Il
primo passo è stato fatto, ora sta ad Orlando trovare continuità nella proposta
e provare ad emergere in un mercato discografico sempre più bloccato e
assuefatto da scabrosi e mediocri talent. (Luigi Cattaneo)
Modi di morire (Video)
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