Night
hunter nasce dalla penna del compositore e chitarrista
Daniel Gazzoli, un album fortemente influenzato dall’hard rock ottantiano e con
punte melodiche di notevole impatto. Oltre al bravo Gazzoli (impegnato anche al
basso e ai synth) troviamo Leonardo Guillan alla voce (già con i Soul Seller),
Luke Ferraresi alla batteria (Perfect View) e Luca Zannoni alle tastiere. Le
atmosfere rimandano ad alcuni nomi tutelari della scena hard & heavy come
Dokken, Whitesnake e il primo Bon Jovi ma anche ai Deep Purple o al David Coverdale
solista, con riff strutturati e parti vocali che sanno essere potenti e calde.
La sezione ritmica segue lo spartito con efficacia, le tastiere creano i giusti
tappeti per gli anthems di cui si avvale il platter e che rimangono scolpiti in
testa sin dai primi ascolti. Un tuffo nel passato, quando un certo tipo di
suono non di rado finiva in classifica o permetteva agli interpreti di riempire
i palazzetti di tutta Europa. Gazzoli guarda a quegli anni, scrive brani pieni
di appeal, che se solo ci fosse adeguato spazio per questa musica non sarebbe
impossibile ascoltarla in radio mainstream. L’iniziale title track è il
biglietto da visita ideale per iniziare il cammino, esemplificatrice dello
stile che pervade l’intero lavoro. Come groove non è da meno Forged by the pain, un assalto heavy
ispirato e potente, mentre ci porta 30 anni indietro Liar, quando gli Europe dominavano la scena con la loro proposta.
Hard blues sanguigno in Self destruction
blues, coinvolgenti Heartblame e Run, perennemente oscillanti verso quel
glam rock che sovente qualche band prova a riproporre. Classico momento ballad
con la gradevole Prayer for an angel,
prima della notturna Don’t leave me alone
e della tiratissima The beat of my heart,
che chiude un album curato, prevedibile quanto si vuole ma sentito,
appassionato omaggio ad un periodo storico che ha sfornato tante realtà entrate
di diritto nella storia del rock. (Luigi Cattaneo)
Night hunter (Video)
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