Till
the morning light è l’album d’esordio dei Poisonheart
(dopo l’ep Welcome to the party),
gruppo nato nella seconda metà degli anni duemila come cover band glam punk
rock, il classico percorso che porta ora i bresciani con questo debut ad
abbracciare territori sleaze e hard rock, con una leggera componente dark che
non dispiace affatto. Ovviamente non vi sono novità in un sound consolidato nel
tempo ma Fabio Perini (voce e chitarra), Andrea Gusmeri (chitarra ex
Dreamhunter), Giuseppe Bertoli (basso) e Francesco Verrone (già alla batteria
con i Needlework) sanno il fatto loro, hanno la giusta esperienza e la mettono
al servizio di brani riusciti come l’iniziale (You make me) Rock hard, manifesto programmatico del disco che
andremo ad ascoltare. Flames & Fire ha
una vena heavy dark tratteggiata dalla chitarra aggressiva di Gusmeri, Anymore ha nel chorus il proprio punto
di forza, sostenuto da ritmiche secche e potenti, mentre Lovehouse è un r’n’r diretto e senza troppi fronzoli, perfetto in
sede live. Shadow fall continua ad
omaggiare un certo suono ottantiano, risultando ancora una volta piacevole
nell’amalgamare impeto e melodia. Baby
strange è una bella ballata dal sapore folk, che mostra come i lombardi
sappiano anche scrivere brani di tutt’altra pasta, ma la successiva Under my wings torna subito su territori
heavy e non sono da meno anche Out for
blood e Hellectric Loveshock, che
confermano l’amore per i vari Motley Crue, Alice Cooper e Lizzy Borden. Finale
affidato a Pretty in black, una
gradevole conclusione per un album rock che ha il piglio del punk e del glam e
che può sicuramente incuriosire chi è legato alle radici di questo stile.
(Luigi Cattaneo)
Album Teaser
https://www.youtube.com/watch?v=LfyjpaKxMuo
Album Teaser
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