lunedì 25 dicembre 2017

POISONHEART, Till the morning light (2017)


Till the morning light è l’album d’esordio dei Poisonheart (dopo l’ep Welcome to the party), gruppo nato nella seconda metà degli anni duemila come cover band glam punk rock, il classico percorso che porta ora i bresciani con questo debut ad abbracciare territori sleaze e hard rock, con una leggera componente dark che non dispiace affatto. Ovviamente non vi sono novità in un sound consolidato nel tempo ma Fabio Perini (voce e chitarra), Andrea Gusmeri (chitarra ex Dreamhunter), Giuseppe Bertoli (basso) e Francesco Verrone (già alla batteria con i Needlework) sanno il fatto loro, hanno la giusta esperienza e la mettono al servizio di brani riusciti come l’iniziale (You make me) Rock hard, manifesto programmatico del disco che andremo ad ascoltare. Flames & Fire ha una vena heavy dark tratteggiata dalla chitarra aggressiva di Gusmeri, Anymore ha nel chorus il proprio punto di forza, sostenuto da ritmiche secche e potenti, mentre Lovehouse è un r’n’r diretto e senza troppi fronzoli, perfetto in sede live. Shadow fall continua ad omaggiare un certo suono ottantiano, risultando ancora una volta piacevole nell’amalgamare impeto e melodia. Baby strange è una bella ballata dal sapore folk, che mostra come i lombardi sappiano anche scrivere brani di tutt’altra pasta, ma la successiva Under my wings torna subito su territori heavy e non sono da meno anche Out for blood e Hellectric Loveshock, che confermano l’amore per i vari Motley Crue, Alice Cooper e Lizzy Borden. Finale affidato a Pretty in black, una gradevole conclusione per un album rock che ha il piglio del punk e del glam e che può sicuramente incuriosire chi è legato alle radici di questo stile. (Luigi Cattaneo)

Album Teaser

https://www.youtube.com/watch?v=LfyjpaKxMuo

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