giovedì 28 dicembre 2017

ECHOTIME, Side (2017)


A quattro anni di distanza dal già valido Genuine tornano gli Echotime con Side, buonissimo lavoro tra prog metal e rock opera in cui i ragazzi hanno pescato a piene mani da alcuni mostri sacri del genere come Queensryche, Dream Theater, Rush, Savatage, Royal Hunt e Kamelot. Tra brani potenti, ricchi di melodia e dialoghi che arricchiscono la storia narrata, la band ha sfornato una piccola gemma nell’affollato panorama heavy nazionale, un crossover di sonorità dove la forma canzone non viene mai persa di vista seppure suonata con ovvie doti tecniche. Nel caso specifico la forma è più quella della rock opera a dire il vero, sempre affascinante nel suo incedere e la protagonista, Lily, diviene la nostra guida lunghi i 18 momenti che caratterizzano l’album (ma tanti sono dialoghi di breve durata). Mr Valentine apre con decisione il platter, mostrando un prog metal dal piglio melodico ma deciso e la successiva The lighthouse conferma le capacità del quintetto, con il bravo Alex Cage alla voce sostenuto dalla potente sezione ritmica formata da Federico Fazi alla batteria e Stefano Antonelli al basso, nonché dal valido Andrea Anastasi alla chitarra e dalle tastiere di Filippo Martignano, che armonizza anche i passaggi più duri ed enfatizza quelli più drammatici. Sickness accentua il versante heavy prog della proposta, Hyms of glory presenta splendidi tratti sinfonici ed epici, mentre The orphanage è uno strumentale che mette in luce le qualità dei singoli musicisti. The bend of love ha un’atmosfera grandeur da musical, The river è una ballata piena di pathos, prima di Stream of life, altro episodio davvero splendido e commovente. Finale affidato a Freakshow (the), chicca posta in chiusura di un disco molto buono, compatto e ispirato dall’inizio alla fine e che potrebbe piacere non solo agli amanti del prog metal ma anche a coloro che sono abituati a suoni più morbidi. (Luigi Cattaneo)
 
The lighthouse (Video)
 

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