Kintsugi, ovvero riparare
con l’oro un oggetto di ceramica rotto. Qui di rotto non vi è nulla ma di dorato
sì, ossia il talento di quattro giovani musicisti di Milano, Stefano
Carpentiero (piano e tastiere), Dario Rotolo (basso e contrabbasso), Veronica
Volino (voce) e Lorenzo Montalbetti (batteria), che sotto il monicker Yellow
Circles offrono un esordio (Kintsugi per
l’appunto), brillante esempio di crossover tra soul, contemporay R&B, funk
e jazz. Lo sguardo verso il passato rievoca tanto la black music degli anni ’70
quanto alcune interpreti che conobbero l’apice creativo nelle decadi seguenti
come i Sade, Rachelle Ferrell e Oleta Adams, pur non dimenticando di proiettare
un certo sound nel clima contemporaneo, ricordando la classe esecutiva delle
più attuali Macy Gray e Alicia Keys. Il groove insito nel genere incontra
fraseggi jazz ad appannaggio del prezioso tocco di Carpentiero e dell’utilizzo
intelligente dei fiati (Cosimo Pignataro alla tromba, Nick Rizzi al sax tenore
e Matteo Fratocchi al trombone), un mood retrò che colpisce per tecnica e
pulizia esecutiva (basti ascoltare le iniziali You know that e Muse). Le
ritmiche funkeggianti di un’affiatata coppia ritmica e la voce corposa e
suadente della Volino completano un quadro davvero piacevole, in cui
l’interplay tra le parti crea un gioco di dinamiche che non conosce sosta e si
sviluppa all’interno di un percorso dove le varie influenze accrescono il
valore di un opera prima che esalta la capacità di songwriting del quartetto.
Mi preme citare infine la presenza di Marco Punzi alla chitarra nello
strumentale The way to one, che mi ha
ricordato alcune partiture di Eumir Deodato e quella non meno significativa di
Silvio Pontiggia alla tromba nello splendido finale di A quarter more, buonissimo epitaffio di un un debut davvero
interessante. (Luigi Cattaneo)
Di seguito il link per ascoltare e acquistare l'album https://yellowcircles.bandcamp.com/
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