Manifesto della chimica romantica è l’esordio dei Malmö, un album in cui i
ragazzi di Caserta hanno puntato molto sulle atmosfere tipiche del post rock,
descrivendo con enfasi la loro visione della vita, un concetto alla base di
diversi temi presenti in questo bel debut, che si contraddistingue per suoni,
crescendo strumentali e parti intrise di lieve malinconia che rispecchiano in
toto il mood richiesto dal genere. L’elemento in più che avvicina la musica
della band alla forma canzone cantautorale è l’utilizzo costante della voce, in
prima linea quasi sempre, un’ottica che li differenzia dalla classica visione
del post rock strumentale. Certo la collaborazione per il mastering da parte di
Birgir Jòn Birgisson, tra gli artefici del successo dei Sigur Ròs, indica uno
dei punti di riferimento focali del quartetto composto da Daniele Ruotolo (voce
e chitarra), Vincenzo De Lucia (pianoforte e chitarra), Marco Normando (basso)
e Vincenzo Del Vecchio (batteria e glockenspiel) e non meno significativa appare
la produzione artistica di Massimo De Vita dei Blindur. Certe influenze si
evincono soprattutto quando i casertani si lanciano in brillanti code
strumentali atmosferiche, a cui abbinano distorti fraseggi rock e testi molto
sentiti, un mood che sicuramente troviamo in centinaia di dischi ma che ancora
oggi fa il suo effetto. L’iniziale L’alba
di un giorno di festa è perfetta per introdurci nel mondo sonoro dei Malmö,
mentre La deriva è il classico brano
molto delicato che poi esplode in una bella deflagrazione post. Istintività
ruspante e toni gentili colorano anche Il
principio di Archimede, così come Polaroid
presenta un’amara tenerezza, che poi è il trademark di buona parte del
platter. Il pianoforte fa spesso la differenza nelle dinamiche di gruppo e lo
confermano piccole chicche come la commovente A chi è lontano, la successiva Jules
Verne, che non si discosta dalla dicotomia creatasi tra tocchi tenui e
passaggi più tirati e Le regole della
resa incondizionata, un vero mantra post rock, con un finale davvero
egregio. La buona title track è l’unico episodio strumentale presente, Senza macchie (L’alba di un giorno di festa
parte II) e I treni e le scie chiudono
in maniera gradevole un primo album apprezzabile nella forma e nei contenuti e
che lascia intravedere anche ulteriori margini di miglioramento per un gruppo
già ora piuttosto interessante. (Luigi Cattaneo)
L'alba di un giorno di festa (Official Video)
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