giovedì 28 giugno 2018

NATHAN, Era (2018)


Ci eravamo già occupati dei Nathan per il precedente Nebulosa, esordio che aveva portato la band a smarcarsi con efficacia dal ruolo di cover band di Genesis, Pink Floyd e Supertramp, influenze comunque importanti e che sussistono anche nel nuovo Era. Il percorso dei savonesi continua all’insegna della tradizione progressiva, fatta di un songwriting che accosta rock, qualche venatura più dura, partiture classiche e fughe strumentali, elementi da sempre presenti quando si parla di un certo genere. Piergiorgio Abba (tastiere), Bruno Lugaro (voce), Fabio Sanfilippo (batteria), Mario Brunzu (basso) e Daniele Ferro (chitarra) non fanno nulla per nascondere le affinità con Museo Rosenbach e P.F.M. e alla luce della qualità complessiva la scelta non può che fare felici gli amanti di certe sonorità vintage, che rimarranno ammaliati da alcuni passaggi davvero azzeccati e dal notevole interplay che si è venuto a creare tra i membri, soprattutto tra Abba e Ferro, un legame che è spina dorsale della formazione ligure (da segnalare la presenza ai cori anche di Monica Giovannini e Jannette Vagnola). Non più un concept ma tematiche importanti e che fanno riflettere, coadiuvate da testi intelligenti che vanno analizzati per essere compresi, ben più terreni e meno allegorici rispetto a quanto proposto nel precedente e valido lavoro. È il caso della meravigliosa Figli di cane, legata al tema del maltrattamento dei nostri amici a quattro zampe, davvero commovente nell’aspetto testual-musicale. Bellissima anche la seguente Invisibile (con la partecipazione di Manuel Rosso al violino), una doppietta iniziale perfetta per calare l’ascoltatore nelle sonorità del disco, che prosegue con il mood solenne di Le vie dei canti e la melodia sinuosa di L’ultimo giro, tra i pezzi maggiormente legati alla tradizione del prog italiano. L’ombra del falco ribalta il concetto a favore di una spinta più inquieta che non dispiace, mentre Indaco e Maschere sono un ponte con la memoria storica dei settanta, quello di Alphataurus e Genesis. Chiude il platter Esistono ore perfette, pezzo da cui è stato tratto anche un video promozionale e che si ispira alla leggendaria figura di Caino, bel finale di un album che difficilmente potrà deludere gli ascoltatori abituali di progressive rock. (Luigi Cattaneo)
 
Figli di cane (Video)
 

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