Bloccato dal 2015, vede
finalmente la luce The extinction
generation, disco che riporta a galla il nome dei Nirnaeth, band devota ad
un thrash speed metal che non disdegna affatto incursioni nell’heavy classico
epicheggiante di Armored Saint, primi Savatage e Iron Maiden degli esordi. Nati
nel lontano 1990 a Bergamo, dall’incontro tra Marco Lippe (voce e batteria) e
Marco Tombini (chitarra), il loro thrash rimanda alla Bay Area storica, quella
di Exodus e Forbidden e nel corso del tempo hanno aperto i concerti per gente
del calibro di Cradle of Filth, Strana Officina ed Extrema. Dopo due demo e un
lavoro autoprodotto, la band si è riformata nel 2007, arrivando a pubblicare questa
nuova opera con una formazione che vede oltre al mastermind Lippe, Danny Nicoli
alla chitarra, Luca Algeri al basso ed Elena Lippe dei Feronia (da recuperare
il loro nuovo disco) alla voce, presente a dire il vero solo nell’iniziale We forget to think, nella notevole Blind hate, nella divertente cover di Blitzkrieg Bop dei Ramones e nella
potente The human bankrupt. The extinction generation è il sunto di
una carriera vissuta nell’underground, diviso tra brani storici, rivisitazioni,
inediti e bonus tratte da demo e compilation, quasi trent’anni condensati in
idee e concetti espressi con certezza e un songwriting affinato e ricco di
felici spunti. I Nirnaeth dopo tanti anni ribadiscono come il loro cuore sia
rimasto ancorato al periodo storico del genere, con i calibrati riff di Nicoli
che incontrano una coppia ritmica aggressiva e precisa, protesa in un sound
veloce, capace di autentiche bordate heavy ma anche di attenuare la tensione
con passaggi strumentali e momenti melodici. Lo sviluppo delle trame definisce
un approccio compositivo che non lascia nulla al caso, struttura furia e
complessità e le convoglia in un processo creativo fluente e dinamico. (Luigi
Cattaneo)
We forget to think (Video)
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