Laureato al
Conservatorio di Salerno, Simone Sessa, ha sviluppato un suo peculiare stile
anche grazie all’importante esperienza con il Crossroads Improring, un
collettivo dedito alla sperimentazione e all’improvvisazione, un radicalismo
che è udibile anche in questo See the Zen
key, edito da Lizard, etichetta sempre attenta nel cercare musicisti
curiosi e fuori dai classici schemi. Simone tenta di superare gli steccati
tradizionali, armato della sua chitarra elettrica e di effetti e loops connessi,
componendo otto brani che profumano di soundtrack, motivo per cui non ci
troviamo dinnanzi ad un lavoro di facile lettura. Il suo amore per il cinema si
evince anche dalle dediche ai registi che più lo hanno formato e influenzato,
raccontate tramite una sei corde che sviluppa il suo suono attraverso una serie
di pedali efficacemente utilizzati dal campano e loops che si accavallano, si
intrecciano, guardando alla drone music, all’ambient psichedelico e al
minimalismo sperimentale. L’album oscilla tra momenti che accentuano l’utilizzo
di suoni ripetuti, brevi variazioni armoniche e marcatamente prolissi
(l’iniziale Mulholland empire o la
straniante Escape from Michael Myers)
ad altri più dinamici e strutturati (Brazil),
sempre all’insegna di uno spirito avanguardistico poco incline a compromessi,
un prendere o lasciare che rischia l’incomunicabilità e che destina See the Zen key ad essere un prodotto fruibile solo per chi ha
già dimestichezza con il genere proposto. (Luigi Cattaneo)
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