lunedì 29 ottobre 2018

SIMONE SESSA, See the Zen key (2017)


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Laureato al Conservatorio di Salerno, Simone Sessa, ha sviluppato un suo peculiare stile anche grazie all’importante esperienza con il Crossroads Improring, un collettivo dedito alla sperimentazione e all’improvvisazione, un radicalismo che è udibile anche in questo See the Zen key, edito da Lizard, etichetta sempre attenta nel cercare musicisti curiosi e fuori dai classici schemi. Simone tenta di superare gli steccati tradizionali, armato della sua chitarra elettrica e di effetti e loops connessi, componendo otto brani che profumano di soundtrack, motivo per cui non ci troviamo dinnanzi ad un lavoro di facile lettura. Il suo amore per il cinema si evince anche dalle dediche ai registi che più lo hanno formato e influenzato, raccontate tramite una sei corde che sviluppa il suo suono attraverso una serie di pedali efficacemente utilizzati dal campano e loops che si accavallano, si intrecciano, guardando alla drone music, all’ambient psichedelico e al minimalismo sperimentale. L’album oscilla tra momenti che accentuano l’utilizzo di suoni ripetuti, brevi variazioni armoniche e marcatamente prolissi (l’iniziale Mulholland empire o la straniante Escape from Michael Myers) ad altri più dinamici e strutturati (Brazil), sempre all’insegna di uno spirito avanguardistico poco incline a compromessi, un prendere o lasciare che rischia l’incomunicabilità e che destina See the Zen key  ad essere un prodotto fruibile solo per chi ha già dimestichezza con il genere proposto. (Luigi Cattaneo)

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