Debutto assoluto per i
piemontesi Arca Progjet, nati da un’idea di Alex Jorio (batteria e tastiere,
membro degli Elektradrive) e Greg Verdun (basso, chitarra, tastiere), si
completano con l’ingresso in formazione di Sergio Toya (voce), Carlo Maccaferri
(chitarre) e Filippo Dagasso (tastiere). Il disco, uscito sotto l’egida della
Jolly Roger Records, è un melting pot di prog, hard e A.O.R., una sintesi del
percorso partito nei lontani anni ’80, quando gli Elektradrive pubblicavano
album importantissimi per la scena rock italiana, con uno sguardo al
progressive storico e ad alcuni album della P.F.M., in particolare Serendipity del 2000, con il quale
condivide alcune scelte stilistiche. Le parole di Alex spiegano il senso di
questo suo personale ritorno … Dopo anni bellissimi di musica condivisa insieme a Greg è giunto il
momento di regalarci questo album. Il nostro percorso musicale è molto simile
ed è sempre stato guidato dalla volontà e dalla presunzione giovanile di
realizzare la nostra musica, sin dagli esordi ai tempi del liceo. Un paio di
brani contenuti sono frutto di quegli anni e grazie al riascolto delle vecchie
cassette abbiamo avuto modo di ricostruirli riarrangiandoli, senza però
alterare il sapore compositivo originale. Risalgono al 1993 le mie prime idee
sul logo e sul nome ARCA che mi tormentava e la convinzione che, prima o poi,
l’avrei utilizzato. Come l’Arca di Noè capace di traghettare uomini e specie
animali alla ricerca di un approdo dove ricominciare, la nostra Arcanave
ricerca un nuovo pianeta solcando gli spazi con il suo cargo di musica. Ed
infatti il brano Arca è stato il propulsore per tutto il progjetto. E’ stato
facile coinvolgere Greg a contribuire con le sue composizioni, posso dire che
era fisiologicamente pronto come del resto anche io! Il lavoro risulta sin da subito piuttosto interessante, con l’opener Arca (dedicata alla memoria di John Wetton) ancor più luminosa grazie all’intervento
di Arturo Vitale degli Arti & Mestieri al sax soprano, ma la resa melodica
e molto fruibile di questo esordio pervade gran parte delle tracce e momenti
come Metà Morfosi, Delta Randevouz
o Requiend, sono lì a dimostrarlo. Il
progressive lo si riscontra soprattutto nell’ottima Sulla verticale e nella strumentale Un.Inverso, in cui appare anche la magica
chitarra di Gigi Venegoni. Da segnalare infine gli interventi di Matteo Morelli
al flauto nella buonissima Battito
d’ali e di Mauro Pagani al violino nella gradevole
Cielo Nero, importante contorno di un esordio piacevole e dal discreto bilanciamento
tra le varie influenze che animano il progetto. (Luigi Cattaneo)
Arca (Official Video)
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