I Ground Control sono
una band di Montecchio Emilia, che ha iniziato il proprio percorso
sperimentando attorno a brani di personaggi immortali come David Bowie e Lou
Reed, un’efficace palestra per arrivare a questo primo full lenght, Untied. L’inizio è quantomeno
sorprendente. Mai avrei pensato di ascoltare un pezzo costruito attorno ad un
campione audio tratto dal film Johnny
Stecchino, così ci pensa la geniale Kaputt
Mundi a rendere realtà questa colorata idea. Ma non è l’unica fonte cinematografica
riportata dagli emiliani, che infatti precisano: "Alcuni pezzi del disco vedono l’utilizzo di campioni audio senza i
quali le canzoni stesse non sarebbero nemmeno mai nate, ne rappresentano le
fondamenta”. E difatti il discorso regge anche per First fire, in cui la citazione è tratta da Dead poets society, mentre un discorso targato Nasa fa da traino
per l’ottima Major e addirittura un
edizione speciale del Telegiornale Rai del 15 gennaio 1971 fa da sfondo per l’amara
Italiani brava gente. Oltre alle buone
doti di scrittura, il quartetto formato da Marco Ravasini (voce), Marco
Camorani (chitarra), Pietro Albera (batteria) e Jambo Iori (basso), ha
costruito un lavoro adattissimo per l’esecuzione live, tanta è la carica
energica sprigionata dalle tracce di Untied.
Stoner, alternative, grunge, si inseguono e costituiscono trame che hanno forza
d’urto ma anche enfasi malinconica (ricordando in questo anche qualcosa dei
Marlene Kuntz), elementi al servizio di strutture che sanno colpire, come nel
caso di Untied the horses o Il giorno mi consuma. Ultima nota, di
merito, un efficace cover del Duca Bianco, Absolute
beginners, che completa una prima prova di spessore. (Luigi Cattaneo)
Kaputt Mundi (Video)
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