sabato 9 marzo 2019

GROUND CONTROL, Untied (2018)


I Ground Control sono una band di Montecchio Emilia, che ha iniziato il proprio percorso sperimentando attorno a brani di personaggi immortali come David Bowie e Lou Reed, un’efficace palestra per arrivare a questo primo full lenght, Untied. L’inizio è quantomeno sorprendente. Mai avrei pensato di ascoltare un pezzo costruito attorno ad un campione audio tratto dal film Johnny Stecchino, così ci pensa la geniale Kaputt Mundi a rendere realtà questa colorata idea. Ma non è l’unica fonte cinematografica riportata dagli emiliani, che infatti precisano: "Alcuni pezzi del disco vedono l’utilizzo di campioni audio senza i quali le canzoni stesse non sarebbero nemmeno mai nate, ne rappresentano le fondamenta”. E difatti il discorso regge anche per First fire, in cui la citazione è tratta da Dead poets society, mentre un discorso targato Nasa fa da traino per l’ottima Major e addirittura un edizione speciale del Telegiornale Rai del 15 gennaio 1971 fa da sfondo per l’amara Italiani brava gente. Oltre alle buone doti di scrittura, il quartetto formato da Marco Ravasini (voce), Marco Camorani (chitarra), Pietro Albera (batteria) e Jambo Iori (basso), ha costruito un lavoro adattissimo per l’esecuzione live, tanta è la carica energica sprigionata dalle tracce di Untied. Stoner, alternative, grunge, si inseguono e costituiscono trame che hanno forza d’urto ma anche enfasi malinconica (ricordando in questo anche qualcosa dei Marlene Kuntz), elementi al servizio di strutture che sanno colpire, come nel caso di Untied the horses o Il giorno mi consuma. Ultima nota, di merito, un efficace cover del Duca Bianco, Absolute beginners, che completa una prima prova di spessore. (Luigi Cattaneo)
Kaputt Mundi (Video)

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