Ci sono voluti otto
anni per ritrovare i Fist of Rage, autori nel 2010 di Iterations to reality, disco pregno di hard & heavy
settantiano, quello di Uriah Heep, Deep Purple e Whitesnake, nomi tutelari
anche per questa seconda ottima prova. Black
Water arriva dopo esperienze live di spalla a Eric Martin, Kee Marcello,
L.A. Guns e Ian Paice e l’acquisizione in formazione di Alfredo Macuz alla
batteria, completata da Piero Pattay (autore di tutti i brani) alla voce, Marco
Onofri e Davide Alessandrini alle chitarre, Stefano Alessandrini alle tastiere
e Saverio Gaglianese al basso. L’inizio è affidato sapientemente a Just for a while e subito si capisce che
la band è rimasta ancorata a quella splendida classicità che così bene
maneggia, fregandosene di mode passeggere o incursioni in territori altrui. Il
background va rispettato e allora New
beginning prosegue sulla scia precedente, mostrando come si possa guardare
al passato calandosi perfettamente nella realtà attuale (basti l'esempio dei Black Country Communion). Sarà perché c’è sempre bisogno di
certi suoni, in un’epoca martoriata da reality ingombranti e rapper che
faticano a parlare un italiano comprensibile, ma ascoltare Between Love & Hate e la seguente title track è davvero un
piacere per le orecchie. La capacità di saper scrivere brani immediati ma per
nulla semplici è la costante di un disco che merita di essere conosciuto e
apprezzato dai fan di queste sonorità, conferma della bontà del catalogo
dell’Andromeda Relix, che riesce a spaziare tra generi sempre con grande gusto
e qualità. (Luigi Cattaneo)
New beginning (Video)
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