Davvero un bel lavoro
questo Create your own show di
Massimo Canfora, chitarrista dalle grandi doti e dalla spiccata sensibilità,
molto attento a cesellare un disco dove ogni nota sembra pensata per
incastrarsi in un ingranaggio che non vede nulla fuori posto. Sarà anche perché
il romano predilige un approccio cooperativo, che sottintende il non voler
essere predominante, a favore di brani compatti, dove i tanti ospiti chiamati
in causa danno il proprio contributo per la riuscita di un’opera che diviene
corale. Quasi interamente strumentale, questo esordio è un distillato di
progressive, rock e hard (con riferimenti al maestro Steve Vai), elementi che contraddistinguono brani come Crysis o Fake Papyrus, dove giocano un ruolo importante le tastiere di
Francesco Finori. Davvero tanti i musicisti impegnati nell’album (impossibile
citarli tutti), tra cui Marco Palazzi dei Sailing to Nowhere in Cr7 e la prima parte di Screamers (in cui vi è anche il
bravissimo David Folchitto, batterista conosciuto per i suoi trascorsi con
Stormlord, Prophilax e Fleshgod Apocalypse) o ancora Gianluca Catalani nella conclusiva
Pay the ticket, batterista che
abbiamo apprezzato nell’ultima fatica del Rovescio della Medaglia, Tribal domestic. Pur essendo un disco
dove la chitarra è protagonista, Canfora sceglie saggiamente di non appesantire
il sound con sfoggio di tecnica fine a sé stessa e mostra come si possa
applicare con buonsenso il gusto per la scrittura con partiture elaborate ma
che sappiano coinvolgere (Sun in the box,
Transmission). Massimo difatti non è
solo un ottimo musicista ma anche un compositore attento e tutto questo si
sente in un disco che suggella un percorso artistico e di vita. (Luigi
Cattaneo)
Transmission (Video)
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