Inizia col sax
solitario di Claudio Fasoli questo Selfie,
live registrato a Brooklyn con Matt Mitchell al piano, Matt Brewer al basso e
Justin Brown alla batteria ed è un viaggio all’interno di una carriera
infinita, partita con il Perigeo nei ’70 e proseguita nell’orbita di un jazz
personale e mai banale. L’apporto dei musicisti chiamati in causa risulta
fondamentale e basterebbe la partenza di Parsons
green per rendere chiaro il concetto, un lungo brano che mette in luce un
interplay naturale, vivo, fresco. I tre americani hanno dalla loro tecnica e
maturità e la mettono a disposizione nella splendida Kammertrio o nella notturna Far,
esempi dell’arte fasoliana che affascina per quel suo modo di scolpire note, di
citare maestri diventando egli stesso guida. La brillante verve di Legs non fa altro che confermare ipotesi
e suggestioni, bissata dall’altrettanto ottima Squero, eseguita magistralmente dal quartetto. Ma è tutto l’album a
divenire punto di arrivo e di partenza per scoprire la musica di Claudio, la
sua ricchezza espressiva, il suo colore, turbamento e gioia di un’artista che
da decenni regala sorprese e incanti. (Luigi
Cattaneo)
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