sabato 29 giugno 2019

PNGAZERS, Dove il mio pensiero brucia (2018)


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Nati nel 2016, i PNGazers (Mirko Antoniolli al basso e alla chitarra, Stefano Cantoni alla voce, Orfeo Ciampa alla batteria e alla chitarra acustica, Matteo Lecce al basso e Francesco Martinello alla chitarra) hanno da subito portato avanti con tenacia un discorso in cui si avvertono echi della Pordenone Rock che fu, ballate rock wave e imprint dark, che hanno trovato sfogo nella realizzazione di Dove il mio pensiero brucia, 35 minuti di pura poetica musicale. Alice mette subito sul piatto un sound a cavallo tra il Teatro degli Orrori e i Rossofuoco di Giorgio Canali, un inizio tirato e coinvolgente. Canto d’amore cambia subito registro, si fa più oscura, una ballata wave veramente ben costruita, così come Una parola di cinque lettere, dark song decisa e malinconica, entrambe con elementi riconducibili ai Cure anni ’80, complice anche l’utilizzo del doppio basso, caratteristica curiosa dei PNGaziers. La vena cantautorale si esalta ancora di più in Altre stanze, magnifico esempio della grande capacità di scrittura della band, prima della convincente rivisitazione di Polvere, brano del 1984 di Enrico Ruggeri e di Quello che vedo, altro momento che unisce delicatezza e inquietudine, con reminiscenze dell’ex Underground Life Giancarlo Onorato. Chiude un outro elettronico che non aggiunge molto ad un lavoro bellissimo, sentito, strutturalmente perfetto. (Luigi Cattaneo)

Altre stanze (2018)   


1 commento:

  1. L'outro è lo strumentale di "Quello che vedo" in reverse, un gioco che ci è piaciuto fare. Il racconto inverso, partendo dalla fine del pezzo. In fondo "non cambia mai niente", come dice la canzone...

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