Nati dallo scioglimento
dei Fatal Destiny (parlammo del valido Palindromia
proprio da queste pagine), gli Overkind (Andrea Zamboni alla voce e al piano,
Riccardo Castelletti alla chitarra, Filippo Zamboni al basso e Nicolò Fracca
alla batteria) portano avanti un discorso che poggia su solide basi prog metal
(Dream Theater) ma contaminato dall’alternative (Alter Bridge, Hoobastank,
Audioslave). La voglia di non avere dunque particolari vincoli stilistici
dipinge Acheron, un lavoro creativo e
che si ispira alla Divina Commedia, un concept forse abusato (basti pensare
alla trilogia dantesca dei Metamorfosi, allo storico The divine comedy dei Black Jester o al più recente omaggio
all’opera di Alighieri degli Starbynary) ma che i veronesi hanno attualizzato
con consapevolezza. Il crossover proposto risulta coeso oltre le più rosee
aspettative, una riuscita miscela sostenuta non solo dalle evidenti doti
tecniche del quartetto ma anche dalla capacità di scrivere pezzi che si
imprimono grazie a spunti melodici di rilievo. Il metal prog di Anger fades, le delicatezze di Hollow man’s secret, il grandeur di My violent side, sono solo alcuni esempi
della tanta carne al fuoco posta dai veneti, bravissimi nell’oscillare con
naturalezza tra spinte progressive e umori del rock made in USA. (Luigi
Cattaneo)
Flames (Video)
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