Settimo album per gli
Unimother 27, progetto di Pietro Ranalli (conosciuto anche per la sua militanza
negli Areknames) di cui abbiamo parlato per gli ultimi due dischi, il più
riuscito Fiore spietato e
l’interlocutorio AcidoXodica. Ranalli
(chitarra, basso, voce e synth), si fa accompagnare da Mr. Fist (batteria), in
un continuo rincorrersi tra space, kraut, psichedelia e blues hendrixiano, che
sono alla base anche del nuovo Crysalis,
sicuramente interessante e decisamente curioso. Si parte con Miseries are lost in the immense desert of
wisdom, pezzo che apre il lavoro e che ci proietta nel mondo Unimother 27,
complice anche il cantato di Ranalli, più presente che nel recente passato. La
psichedelia di fine ’60 fa la sua comparsa in Smell of the holy, mentre è più bluesy e accostabile alla Edgar
Broughton Band The prisoner, una
sezione centrale che mostra tutte le caratteristiche peculiari dell’album. Flow of universal becoming sposa la
causa dello space rock e del kraut (d’altronde Ash Ra Tempel e Tangerine Dream
sono tra le influenze più significative e presenti), prima della conclusiva
suite Metamorphosis, venti minuti in
cui troviamo sicuramente spunti interessanti ma anche passaggi poco fluidi, che
forse una durata più breve della composizione avrebbero evitato. Più compiuto
rispetto all’onirico AcidoXodica, Crysalis è un lavoro trasversale come
nella tradizione Unimother 27 e conferma la bontà delle idee in possesso di
Ranalli. (Luigi Cattaneo)
Album Teaser
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