Dietro il moniker
Nevica si cela Gianluca Lo Presti, musicista ma anche produttore, tecnico del
suono e arrangiatore, che con questo Tengo
unisce le anime musicali di due suoi progetti, ossia il cantautorato di
Nevica su Quattropuntozero e l’elettrorock di Nevica Noise. Ispirato al romanzo
1Q84 di Haruki Murakami e all’attività
dello psicologo e musicoterapeuta Mauro Scardovelli, l’album vede Lo Presti
diviso tra canto, elettronica, sintetizzatori, piano e basso, coadiuvato
ottimamente da Alessandro Antolini alla batteria, Giuseppe Lo Bue alla
chitarra, Francesco Cellini al violoncello e Manuela Trombini al violino e alla
viola. L’iniziale Il nostro suono è
un bel biglietto da visita, impianto rock su cui si instilla una vena
elettrodark ricca di pathos, per un brano immediato e che presenta alcuni tòpoi
del lavoro. Già la successiva Tina e
Swaraj risulta più complessa e strutturata, poetica e visionaria trama wave
tra le più interessanti dell’album, mentre Outing
parte II è arricchita da un coro di voci bianche guidate dalla maestra
Daniela Peroni. Elettronica e darkwave si inseguono anche in Due lucertole, mantenendo alta la
tensione del racconto, così come l’inquietudine che avvolge la spirale di Aomame nascosta nell’appartamento,
episodio centrale nello sviluppo narrativo di Lo Presti. Il ritmo si alza con
la title track, pur mantenendo le caratteristiche di suono emerse sin qui,
prima di Animadre con la sua cupa
carica elettronica e la conclusiva Ghiliachi,
prezioso finale di un disco articolato e da scoprire senza fretta. (Luigi
Cattaneo)
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