domenica 23 maggio 2021

OSCAR PRUDENTE, Infinite fortune (1974)

 

Episodio spesso poco considerato del cantautorato italiano settantiano, Infinite Fortune di Oscar Prudente del 1974, vedeva l’apporto tutt’altro che secondario della penna di Ivano Fossati post Delirium. Difatti il ligure, prima di addentrarsi in territori lontani dal prog con Goodbye Indiana del 1975, prestò la sua arte all’amico Prudente, con cui aveva già firmato in coppia Poco prima dell’aurora. Infinite Fortune per anni è stato dimenticato dai più, e solo la valorizzazione e la riscoperta di certe sonorità ha permesso di riportare a galla la figura di Prudente, autore intelligente e trasversale. Il filo logico che unisce le tracce fornisce un’idea di racconto piuttosto tipica di quegli anni e le idee di Prudente e Fossati (autore di testi e parti di flauto) sono ben accompagnate da una certa cura collettiva per i suoni da utilizzare (Otto Ore), con trovate melodiche ad ampio respiro (la title track). Il contesto narrato rispecchia problemi generazionali come il progresso, che finisce per alienare l’uomo, e la voglia di essere liberi da qualunque prigione, anche mentale. La narrazione si dipana tra brevi esperimenti, forma canzone ereditiera della lezione battistiana e ovviamente ballate folk in cui si percepisce la mano di Fossati. Tra ricordi del passato (La casa vecchia), esperienze figlie delle difficoltà sociali (Il Furgone della Banca del Commercio) e sogni ad occhi aperti (Io vado a Sud), Prudente ci conduce nei meandri di un’esistenza monotona e plumbea, che rispecchia l’andamento del concept. Dopo questo disco il sodalizio la carriera di Prudente si è svolta nell’underground, in seconda linea, mentre Fossati ha conquistato le più ampie platee, pur non dimenticando del tutto alcuni amori giovanili, riproposti con fare navigato in Not One Word del 2001 e Prog. Viaggio nel Rock Progressivo del 2011. (Luigi Cattaneo)

Infinite fortune (Video)



Nessun commento:

Posta un commento