Registrato addirittura tra
il 2016 e il 2019, Giant steppes è l’ultimo lavoro di Dennis Rea (conosciuto
soprattutto per essere il leader dei Moraine), che continua ad esplorare in
modo del tutto personale la world music, imbevendola di jazz e sperimentazione.
L’Asia centrale, in special modo, era stata raccontata in Views from
Chicheng precipice del 2010, un disco già di per sé molto ambizioso,
proprio come questo nuovo capitolo, un viaggio etnico che vede Rea (chitarra,
mellotron, kalimba) accompagnato da una serie di grandissimi musicisti, un
crossover di jazz progressivo, kraut e world che omaggia territori misteriosi
come la regione di Xinjiang, Altai, Tuva e la Siberia. Le esperienze personali
del chitarrista e la passione per certi suoni contraddistinguono un album dove
le possibilità espressive di terre lontane si fondono con il background del
compositore, autore straordinario che negli anni ha collaborato con realtà molto
differenti tra loro. Una curiosità che emerge prepotente tra le trame di Live
at Gaochang, che guarda agli uiguri e alla loro cultura, e Altai by and
by, suggestivo traditional russo, così come di grande impatto sono Wind
of the world’s nest, che prende spunto da una composizione tuva, e la
conclusiva The fellowship of Tsering, ispirata da due tracce di Jampa
Tsering, una cantautore tibetano molto apprezzato da Rea, brani simbolo di un’opera
tanto complessa quanto affascinante. (Luigi Cattaneo)
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