Per gli amanti dei ’70 progressivi, la
Lizard Records ci propone l’esordio di Il buco del baco, band formata da Carlo
Mastrangeli (batteria e voce), Gianni De Scalzi (basso e voce), Fabrizio
Nocenzi (pianoforte, moog e voce), Daniele Graziani (hammond, tastiere e voce),
Gaetano Trionfanti (chitarra e voce) e Saverio Silvani (flauto e voce), che ha
debuttato con Sotto il segno della lampreda nel 2021. Un concept ambientato
nei fondali marini, una suite divisa in otto capitoli decisamente vintage, con
testi ironici e citazioni musicali di un’epoca lontana che fanno del disco un
tuffo nel passato, colorandolo di Banco del Mutuo Soccorso, New Trolls,
Delirium, Battisti e Dalla. Già la biografia della band ci catapulta nelle intenzioni
del sestetto ( … nel Novembre del settanta il complesso
realizza il master per il suo album di debutto intitolato Della luce neanche
l’ombra, purtroppo durante l’inizio del tour del 1971, che sarebbe dovuto
partire da Puerto Rico e che li avrebbe portati certamente al successo data la
proposta originale della loro musica, il piccolo aereo da turismo sul quale
viaggiava il gruppo di musicisti scomparve misteriosamente attraversando il
triangolo delle Bermuda facendo così perdere le sue tracce. Non si seppe nulla
della band fino al 2016 quando una spedizione in Antartide trovò casualmente il
velivolo con l’equipaggio imprigionato all’interno di un enorme iceberg,
purtroppo il master dell’album andò perduto nella tragedia. I corpi ancora imprigionati nel ghiaccio,
opportunamente trasportati in un apposito cargo refrigerato, furono portati in
una base militare in New Mexico e lì tenuti in sospensione criogenica sino al
2017, anno in cui, grazie all’impegno ed ai potenti mezzi economici di un
ricchissimo mecenate, tutti i membri della band, fino ad allora ibernati furono
riportati in vita, tranne purtroppo il flautista Furio Silvani, detto “il baco”
per il suo modo insolito di dormire avvolto tra le coperte, che, per un difetto
della cella criogenica nella quale era conservato e che prese a sfiatare a
causa di un micro foro sul cristallo protettivo, iniziò a decomporsi alcune
settimane prima del risveglio intorno all’agosto di quell’anno … ), una sorta
di dissacrante parodia psichedelica piena di episodi stralunati e imperfetti (Il
disprezzo della sogliola o Dimmi, calamaro!), passaggi di italian
prog (Un dedalo di corallo e Nel regno delle lamprede) e tocchi
beat (Forse è lei). Lavoro che va analizzato senza prendersi troppo sul
serio, proprio come fa la band, che ha voluto omaggiare ma anche smitizzare l’aurea
seriosa della maggior parte dei gruppi prog, un’operazione non semplice e
riuscita in parte, soprattutto perché le composizioni in definitiva non
convincono mai del tutto. Rimane la curiosità di capire se e quale strada il
gruppo ha intenzione di intraprendere in futuro. (Luigi Cattaneo)
Dimmi, calamaro! (Video)
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