sabato 10 maggio 2014

DAEMONIA, Zombi Dawn of the Dead (2013)


Il Maestro Claudio Simonetti è ormai da diversi anni che si diverte a riproporre e attualizzare il suo repertorio con i Daemonia, band formata da ottimi musicisti di estrazione metal che rispondono al nome di Bruno Previtali alla chitarra, Federico Amoroso al basso e Titta Tani alla batteria. Chi conosce il gruppo o ha avuto modo di assistere agli ultimi live dei Goblin (di cui Tani e Previtali fanno parte) sa che il lato hard del complesso prende a volte il sopravvento, facendo magari perdere raffinatezza alle composizioni che però acquisiscono maggiore forza e impeto. Qui i Daemonia prendono in considerazione le musiche del film Zombi, secondo capitolo dedicato ai morti viventi del regista George Romero. I Goblin lavorarono a quella soundtrack del 1978 anche grazie agli auspici di Dario Argento che era produttore della pellicola e grande estimatore dei romani (e difatti si servi del loro estro per parecchi suoi film). Si parte subito bene con la gotica L’alba dei morti viventi, per poi passare alle atmosfere hard prog di Zombi, segno della duttilità di una band oramai rodata da anni di live show. Ne sono fulgido esempio due episodi molto diversi tra loro come il piano solo di Risveglio e la furia distruttiva che fa capolino in Zaratozom, mentre è vero progressive ciò che colora la grandiosa resa di La caccia. Anche quando il gruppo si muove su coordinate vintage come in Supermarket lo fa con padronanza ed eleganza, con un Simonetti sempre protagonista e coadiuvato da una band che si prende con decisione i propri spazi. Tre le bonus track: Roller diventa sì più heavy ma mantiene quell’alone dark prog che caratterizzava il capolavoro dei Goblin del 1976, un omaggio metal a Bach con la sua Toccata e Fuga e infine Il Cartaio, tanto mediocre il film quanto convincente la mano di Claudio. Zombi Dawn of the Dead è indubbiamente un buon disco, anche se personalmente desidererei sentire inediti da Simonetti e i suoi Daemonia. Questo nuovo platter non fa altro che confermare la capacità del gruppo ma non aggiunge molto alla storia e a questo punto un album che si allontani dalla rielaborazione di pezzi degli anni ’70 sarebbe una mossa soddisfacente per i tanti ascoltatori del musicista romano. (Luigi Cattaneo)

   

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