Giungono al terzo album
i Kerygmatic Project dopo Nothing But
Truth del 2011 e Greek Stars Gallery del
2012. La componente descrittiva della musica del trio (Marco Campagnolo alle
tastiere, Danilo Nobili alla batteria e Samuele Tadini al basso e alla voce) è
intatta, anche se in parte pare mutate l’approccio alla fase di scrittura.
Difatti questo come back sembra meno orchestrale rispetto ai dischi precedenti
e Campagnolo ha foderato le trame di synth, spesso in bella evidenza e ha
utilizzato un numero più alto di campionamenti. Il risultato però non è freddo,
anche perché il gruppo non tralascia l’utilizzo di strumenti tipici come
l’hammond. La proposta è coesa, i tre appaiono uniti nelle intenzioni, frutto
probabilmente di un lavoro che va avanti dal 1998. I Kerygmatic citano le loro
grandi passioni, gli UK, il tocco aor degli Asia, il prog britannico sia dei
’70 che del decennio successivo (Genesis, Emerson Lake & Palmer, Yes), in
uno stile ben radicato nel tempo. C’è anche dell’ammaliante pop, molto melodico
e di facile presa (I’m Falling in Love
with you) ma anche aspetti tecnici di rilievo piuttosto usuali del
progressive come i tempi dispari o le soluzioni articolate (Living with no Regrets). Questa altalena
tra momenti ampiamente orecchiabili, memori anche del periodo Genesis con Phil
Collins alla voce e altri più propriamente prog, prosegue per buona parte
dell’album. Così se Driving ha un
chorus memorabile e radiofonico, la title track ha la forma di piccola suite
divisa in due parti, The Sound collector è
strumentale e di grande impatto e In this
cold Winter è una traccia estremamente sognante. By Sheer chance è un racconto piacevole che potrà sicuramente
interessare tutti i fan del progressive rock inglese ma anche chi non lo è per
definizione sono sicuro potrebbe provare piacere nell’ascoltare le tante parti
davvero molto melodiche presenti. Pop progressivo? Quasi quasi… (Luigi Cattaneo)
In This cold Winter (Video)
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