Avevamo lasciato i
Proteo nel 2009 freschi di stampa di Under
a Red Polar Light, album con il quale vinsero il premio miglior debutto al
Mei Prog contest di Faenza. Dopo aver presentato l’esordio su palchi importanti
e aver diviso la scena con gruppi di rilievo come Gazpacho, Alex Carpani e Le
Orme, i Proteo erano tornati nella natia Trieste e di loro si erano un po’
perse le tracce. Fa piacere ritrovarli con un nuovo lavoro, Republikflucht! … Facing East pubblicato
nel 2013 sempre per Ma.ra.cash Records e constatare come questi quattro anni
non siano passati invano. C’è stata un’evoluzione stilistica che, pur non
modificando il dna della band, li ha portati ad accentuare le strutture new
prog già presenti in passato. Le composizioni risultano però più articolate, in
alcuni casi il rischio prolissità è dietro l’angolo ma in generale l’album è
piacevole e pieno di pregevoli spunti. I triestini anche a livello testuale
pare abbiano deposto una certa cura, perché soffermarsi su episodi come la
caduta del muro di Berlino e la Guerra fredda non è proprio impresa di tutti i
giorni. La struttura concept diviene allora basilare per incanalare i pezzi nel
contesto narrato e il risultato è ben definito e maturo. Il gruppo oramai è
solido (anche perché attivo dal 1996) e la strada intrapresa sembra proprio
quella che può riservare maggiori soddisfazioni. Difatti di pop rock i Proteo
non hanno più nulla (se si fa eccezione per Funny
girls playing double dutch, l’unica al di sotto dei dieci minuti) e Republikflucht! … Facing East rientra in
pieno nel calderone new progressive di act come Pendragon, Marillion o Rush (in
special modo nelle parti più dure). Ne sono esempio brani pieni di feeling come
l’iniziale Echoes Mankind (part II),
la successiva e intrigante Berlin e
la conclusiva Republikflucht, finale
epico di un disco davvero di buon livello. Pur nei ritagli più complessi i
Proteo non dimenticano di includere linee melodiche di impatto, proposte con
perizia esecutiva non solo dal bravo Matteo Copetti, chitarrista dotato di
sensibilità e gusto ma anche da Alessandro Surian al basso e Fabio Gorza alla
batteria, una sezione ritmica precisa e coesa e capace di assecondare
ulteriormente la prova vocale di Marco Paulica, cantante e chitarrista
parecchio espressivo e sempre a suo agio tra le fitte trame del concept. I
Proteo hanno indubbie capacità compositive, affinate in questi anni di live e
studio e questo come back sta lì a dimostrarlo e li pone vicino alle tante
giovani ed entusiaste realtà che stanno proliferando ultimamente
nell’underground progressivo italiano. (Luigi Cattaneo)
Video Promo Album
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