Debut album per i
veronesi Astrolabio, nome preso in prestito da uno dei dischi più significativi
dei Garybaldi dello scomparso Bambi Fossati ed ennesimo colpo dell’Andromeda
Relix, etichetta che ultimamente ha sfornato davvero dei pregevoli dischi in
ambito prog di band come Il Fauno di Marmo, Rosenkreutz e Logos. L’isolamento dei numeri pari è un
esordio solo apparente, perché il gruppo è formato da musicisti già maturi e
con anni di gavetta alle spalle essendo nati dalle ceneri degli Elettrosmog,
complesso attivo dal 2003 al 2007 e che diede alle stampe il concept Monologando. L’amore verso il
progressive dei ’70 e il recupero di certe sonorità è la base da cui partire ma
con l’obiettivo di andare oltre e cercare di ravvivare un sound oramai più che
quarantennale. L’idea pare quella di seguire la scia luminosa di quella forma
artistica per poi trovare una strada maggiormente personale, soprattutto nella
fase di approccio alla materia. Lungo il percorso tutto appare funzionale e
sistematico per la riuscita del progetto, sia che si analizzino le scelte
concettuali, sia quelle prettamente musicali, dagli inserti sempre puntuali di
Michele Antonelli al flauto traverso, alle escursioni tastieristiche di Massimo
Babbi. Il progressive, un amore passionale e viscerale che la band coltiva da
tempo e che riversa in un disco dai grandi contenuti, incentrato su pensieri e
riflessioni su quanto ci circonda, in uno sfoggio di tematiche ponderate, dai
risvolti sociali e rappresentative della situazione che viviamo attualmente,
senza risultare eccessivamente pesanti o criptici e utilizzando anche l’arma
dell’umorismo. Il cammino quotidiano dell’uomo contemporaneo che parte
dall’attacco classicamente prog di È
stato detto tutto per arrivare alla rivisitazione di Pugni Chiusi dei Ribelli cantata da Raffaello Regoli, per quello
che è un sentito omaggio al grandissimo Demetrio Stratos. Si passa attraverso
long track simbolo del percorso (i dieci minuti pieni di sfaccettature di Non Ricordo) o splendidi momenti di
coesione e dinamismo (Servito),
facendo rivivere quel lontano spirito che animava Banco del Mutuo Soccorso o De
De Lind. Certo gli Astrolabio tentano di innervare di attualità la loro
proposta vintage che, comunque rimane nell’ottica di un prog rock settantiano
di grande effetto melodico e con una grande cura per l’aspetto comunicativo
della proposta. Band interessante, indubbiamente da seguire e che pare stia già
lavorando ad un secondo lavoro che dovrebbe vedere la luce nel 2015. (Luigi
Cattaneo)
Qui di seguito il link dove ascoltare L'isolamento dei Numeri Pari
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