Dopo un debut ep che
già mostrava spunti interessanti (Epsilon,
di cui abbiamo parlato proprio da queste pagine), ecco il vero esordio targato
FEM (Forza Elettro Motrice). I lombardi, già convincenti in sede live, mostrano
di avere tutte le carte in regola per diventare uno dei gruppi emergenti su cui
puntare maggiormente in ambito prog sinfonico italiano. Sulla bolla di sapone è un concept tratto dal libro del 1887 Auf Den Seifenblase del tedesco Kurd
Lasswitz e probabilmente se fosse uscito 40 anni fa avrebbe avuto le stigmate
del classico. L’album è una lunga suite divisa in 15 momenti, sulla falsariga
di alcuni dischi delle Orme (Elementi,
La Via della seta), Latte e Miele (Marco Polo) o Syndone (La Bella è la Bestia) e l’impatto con cui la FEM si
approccia alla materia è quello della band navigata e non certo quello di debuttanti.
Complice sicuramente una qualità compositiva innegabile e doti tecniche sopra
la media di tutti i componenti (Alberto Citterio alle tastiere, Paolo Colombo
alla chitarra, Marco Buzzi al basso, Emanuele Borsati alla batteria e Massimo
Sabbatini alla voce). Il racconto è dominato da picchi emotivi e splendidi
intrecci strumentali in cui spiccano soprattutto le orchestrazioni di Citterio,
bravissimo nel districarsi tra moog, hammond e mellotron e la spinta
travolgente di Colombo, interpreti principali di interplay solidi e molto
curati. Tra i momenti migliori sicuramente l’iniziale Il Giardino delle Consuetudini, l’impegnativa Processo alla Verità, la melodia sognante di Il Peso della Conoscenza e l’accattivante Microgen, brano diviso in due parti con la prima totalmente
strumentale. Sulla Bolla di Sapone si
riaggancia alla tradizione storica del Banco del Mutuo Soccorso, della Premiata
Forneria Marconi e degli Alphataurus in modo convincente e soprattutto
credibile, segno di quanto sia ancora possibile fare del buon prog sinfonico
nel 2014 senza cadere nella retorica e nell’effetto nostalgia. (Luigi Cattaneo)
Il Peso della Conoscenza (Video)
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