I Portfolio sono una
giovane band emiliana con all’attivo già due ep, Reason Outside Nature e We/Humans
e un full-lenght del 2012, The Standing
babas. Il gruppo ha una strumentazione ampia e variegata, con Tiziano
Bianchi (tromba, filicorno, tastiere e voce) mastermind del progetto ma ben
coadiuvato da Emilio Marconi (chitarra), Bojan Fazlagic (chitarra, tastiere),
Marco Rossi (basso), Stefano Bizzarri (batteria) e una serie di fondamentali
ospiti per tradurre in musica le idee del leader. Se il primo album prevedeva
sonorità contemplative, sospese e ipnotiche, questo come back presenta un
cambio di direzione volto ad un maggiore dinamismo e anche una certa frenesia
di ritmi ballabili ed energici, soprattutto nella prima parte. In special modo
i primi brani si distaccano dai restanti, mostrando un piglio ritmico
insospettabile che viene meno nella seconda metà dove i brani divengono
maggiormente articolati e stratificati, con atmosfere più ricercate e
interessanti. Difatti le iniziali Beauty e
To the Right sono gli episodi meno
coinvolgenti. La prima si basa su un riff di chitarra sostenuto da una ritmica
in odore di anni ’80 con al centro la bella voce di Claudia Domenichini, così
come la seconda pone una certa attenzione sull’impatto, mostrando il lato più
pop oriented della band. Molto meglio Riviera,
traccia leggera che può ricordare i Kings of Convenience nel mood, per poi
divenire strumentale e colorarsi con un jazz fantasioso guidato dal filicorno
di Bianchi. Sulla stessa lunghezza d’onda l’ottima Chi vince regna, complice la voce di Laura Loriga e la sezione
strumentale dove a diventare protagonista questa volta è la tromba (sempre
suonata da Bianchi). Dopo la personale rivisitazione di Criminal World degli inglesi Metro, arriviamo a quello che è
l’apice del lavoro, una lunga e strumentale suite finale (17 minuti circa), Three Song about Lenin, nata come
sonorizzazione dell’omonimo film muto di Dziga Vertov che vede la
partecipazione importante di Jukka Reverberi, chitarrista dei Giardini di Mirò
e di un quartetto d’archi che dona ancora maggiore profondità al brano. È un
momento pieno di lirismo, intenso, legato al racconto delle immagini, fonte di
ispirazione che ha messo in mostra il lato più curioso ma probabilmente anche
quello più definito ed emotivo dell’ensemble. Disco altalenante ma che ha il
merito di mettere in luce diverse qualità che i Portfolio devono solo
continuare ad alimentare e la monumentale suite conclusiva può essere un punto
di partenza fondamentale per gli scenari futuri. (Luigi Cattaneo)
Di seguito la pagina bandcamp del gruppo
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