giovedì 16 ottobre 2014

PORTFOLIO, Due (2014)


I Portfolio sono una giovane band emiliana con all’attivo già due ep, Reason Outside Nature e We/Humans e un full-lenght del 2012, The Standing babas. Il gruppo ha una strumentazione ampia e variegata, con Tiziano Bianchi (tromba, filicorno, tastiere e voce) mastermind del progetto ma ben coadiuvato da Emilio Marconi (chitarra), Bojan Fazlagic (chitarra, tastiere), Marco Rossi (basso), Stefano Bizzarri (batteria) e una serie di fondamentali ospiti per tradurre in musica le idee del leader. Se il primo album prevedeva sonorità contemplative, sospese e ipnotiche, questo come back presenta un cambio di direzione volto ad un maggiore dinamismo e anche una certa frenesia di ritmi ballabili ed energici, soprattutto nella prima parte. In special modo i primi brani si distaccano dai restanti, mostrando un piglio ritmico insospettabile che viene meno nella seconda metà dove i brani divengono maggiormente articolati e stratificati, con atmosfere più ricercate e interessanti. Difatti le iniziali Beauty e To the Right sono gli episodi meno coinvolgenti. La prima si basa su un riff di chitarra sostenuto da una ritmica in odore di anni ’80 con al centro la bella voce di Claudia Domenichini, così come la seconda pone una certa attenzione sull’impatto, mostrando il lato più pop oriented della band. Molto meglio Riviera, traccia leggera che può ricordare i Kings of Convenience nel mood, per poi divenire strumentale e colorarsi con un jazz fantasioso guidato dal filicorno di Bianchi. Sulla stessa lunghezza d’onda l’ottima Chi vince regna, complice la voce di Laura Loriga e la sezione strumentale dove a diventare protagonista questa volta è la tromba (sempre suonata da Bianchi). Dopo la personale rivisitazione di Criminal World degli inglesi Metro, arriviamo a quello che è l’apice del lavoro, una lunga e strumentale suite finale (17 minuti circa), Three Song about Lenin, nata come sonorizzazione dell’omonimo film muto di Dziga Vertov che vede la partecipazione importante di Jukka Reverberi, chitarrista dei Giardini di Mirò e di un quartetto d’archi che dona ancora maggiore profondità al brano. È un momento pieno di lirismo, intenso, legato al racconto delle immagini, fonte di ispirazione che ha messo in mostra il lato più curioso ma probabilmente anche quello più definito ed emotivo dell’ensemble. Disco altalenante ma che ha il merito di mettere in luce diverse qualità che i Portfolio devono solo continuare ad alimentare e la monumentale suite conclusiva può essere un punto di partenza fondamentale per gli scenari futuri. (Luigi Cattaneo)

Di seguito la pagina bandcamp del gruppo


  

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